Si è tenuto dal 22 al 24 gennaio 2020 nella città di Caracas, capitale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, il “I incontro mondiale contro l’imperialismo – per la vita, la sovranità e la pace”.
All’evento ha partecipato una delegazione del Comitato Contro la Guerra Milano, insieme ad una più ampia delegazione del Consiglio Mondiale della Pace (World Peace Council).
All’incontro erano presenti 403 delegati internazionali provenienti da 72 paesi dei 5 continenti, in rappresentanza di partiti politici e movimenti sociali che sostengono la Rivoluzione Bolivariana. Erano altresì presenti 2096 delegati nazionali, in rappresentanza del Gran Polo Patriottico, del Congresso dei Popoli e dei movimenti sociali venezuelani che accompagnano la Rivoluzione.
I delegati internazionali che sono stati invitati erano circa 1300, ma una vera e propria persecuzione finanziaria dovuta alle sanzioni unilaterali criminali imposte al Venezuela ed un lavorìo sporco da parte dei paesi imperialisti volto a far fallire l’incontro, hanno creato notevoli disagi di viaggio ai partecipanti e l’impossibilità per molti di poter raggiungere Caracas.
Ma l’incontro mondiale si è tenuto lo stesso, ha discusso, deliberato ed è pronto per avanzare nella lotta. Nessuno può fermare l’indomito popolo bolivariano.
Il I Incontro Mondiale Contro l’Imperialismo è il frutto del lavoro svolto dai Governi Chavez e Maduro sulle relazioni internazionali e nasce da una proposta lanciata lo scorso luglio in occasione del XXV Incontro del Foro de Sao Paulo, che si è tenuto sempre a Caracas.
Le discussioni dell’incontro si sono strutturate in tavoli tematici.
Giovedì 23 gennaio c’è stata una lunga pausa dei lavori,per permettere ai delegati di partecipare alla marcia antimperialista che si è conclusa al palazzo presidenziale Miraflores con il comizio del Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolàs Maduro.
In Venezuela si celebra il 23 gennaio poiché è il giorno della caduta del dittatore Marcos Perez Jimenes avvenuta nel 1958.
Maduro ha salutato i delegati internazionali presenti,ha ricordato come la lotta per la caduta del dittatore sia stata ben presto tradita dai due principali partiti politici venezuelani, Accion Democratica e COPEI, che il 31 ottobre del 1958, con la firma del “Pacto de Puntofijo”, hanno governato in alternanza il Paese fino alla vittoria del Comandante Chavez, servendo gli interessi dell’oligarchia venezuelana e degli USA.
Ha poi parlato delle divisioni e degli scandali che colpiscono l’opposizione politica venezuelana, oltre che delle continue sconfitte che gli stessi hanno subito lungo tutto l’anno del 2019 con l’autoproclamazione del “bovolongo” (scemotto), Juan Guidò. Ha concluso facendo appello al mondo affinché tutti vengano a studiare il sistema elettorale venezuelano, il sistema informatico del voto elettronico e affinché tutti possano constatare come il Chavismo nel novembre del 2020 riprenderà la maggioranza e il controllo dell’ Assemblea Nazionale Legislativa con il voto trasparente del popolo venezuelano.
Durante la pausa dei lavori, prima di recarsi al Palazzo Miraflores per la conclusione della Marcia Antimperialista, il Comitato Contro la Guerra Milano ha avuto un incontro bilaterale con il Comité de solidaridad Internacional (COSI), organizzazione sorella venezuelana appartenente al Consiglio Mondiale della Pace. È stata l’occasione per discutere della situazione economica, politica e sociale italiana e venezuelana, oltre che per rafforzare i rapporti tra le due organizzazioni.
Il I Incontro Mondiale Contro l’Imperialismo ha avuto il suo atto finale nel pomeriggio del 24 gennaio con il saluto e le conclusioni del Presidente Nicolàs Maduro.
Il Presidente Bolivariano ha ringraziato e salutato i delegati internazionali, gli ambasciatori cinese, siriano e della Corea del Nord e gli altri diplomatici presenti. Al suo fianco era ospite l’amico fraterno del Comandante Chavez, Mohsen Bilal, membro del Comitato Centrale del Partito Baath Arabo Socialista e delegato dal Presidente della Repubblica Araba di Siria, Bashar Al Assad. Maduro non ha nascosto le ottime relazioni che il Venezuela ha con i paesi definiti “canaglia” dall’imperialismo, come le hanno Cuba e Nicaragua; ha anche ribadito i rapporti di amicizia che Cina e Russia hanno con il Venezuela. Ha ricordato come la Libia fosse il Paese con il più alto tenore di vita di tutta l’Africa, prima che venisse distrutta dalla NATO, ha ribadito tutta la solidarietà del Venezuela alla Siria e all’Iran, ha chiesto aiuto per la ricostruzione della Siria, per la sua ripresa economica e per il ritorno dei rifugiati; si è domandato dove siano tutte queste organizzazioni umanitarie quando si parla di Iraq: un Paese che ha avuto più di un milione di morti per gli effetti della guerra e delle sanzioni, sottolineando l’impressione avuta vedendo i milioni di iracheni scesi in piazza per chiedere che le truppe statunitensi se ne vadano dalla loro patria.
Ha evidenziato quello che è l’obiettivo di questo incontro a Caracas: la necessità dell’unità di coloro che lottano per la pace e la giustizia sociale, avendo una piattaforma comune mondiale che sia in grado di esprimere una voce forte in difesa dei popoli e degli stati aggrediti dall’imperialismo. Anche durante le sue conclusioni ha parlato delle prossime elezioni nel novembre del 2020 per l’Assemblea Nazionale, ha definito un grande errore la scelta degli USA di erigere a leader dell’opposizione venezuelana il “bovolongo”, imposto anche alla stessa opposizione dalla Casa Bianca. Ha affermato inoltre che il Venezuela è ormai diventato un’ ossessione per gli Stati Uniti.
Il Comitato Contro la Guerra Milano condivide in massima parte le conclusioni del Presidente Nicolàs Maduro, così come la dichiarazione finale dell’Incontro Mondiale Contro l’Imperialismo. Il CCLGM è pronto a lavorare con tutte le organizzazioni e con tutti coloro che condividano i contenuti e gli obiettivi della dichiarazione finale.
Non si fa illusioni sulla possibilità di poter lavorare ad una piattaforma unitaria nel nostro Paese con la maggioranza delle organizzazioni che si definiscono antimperialiste, anticapitaliste, rivoluzionarie, alternative, ecc.
Stare a braccetto con chi mette sullo stesso piano USA, Russia e Cina; intraprendere un cammino comune con chi definiva Gheddafi e definisce il Presidente siriano Bashar Al Assad come feroci dittatori da abbattere; oppure con coloro che continuano imperterriti nella linea para imperialista dei “né – né”, che mette sullo stesso piano aggressori ed aggrediti:”né con Gheddafi né con la NATO”, “né con Saddam né con gli USA”, “né con l’Iran né con gli USA”, ecc. Se nel ‘43 il Comitato di Liberazione Nazionale non avesse riconosciuto il nazi-fascismo come “nemico principale” e avesse scelto la linea del “né con Badoglio né con i nazi-fascisti”, si sarebbe condannato all’irrilevanza, come del resto lo sono oggi le organizzazioni e le sigle che professano il “né – né” senza saper riconoscere il “nemico principale” (o non volendolo?).
Lo scorso 13 gennaio si è tenuto un “presidio unitario” nei pressi del Consolato USA a Milano, promosso da 13 sigle, “Fermiamo l’aggressione imperialista in medioriente” a cui il CCLGM non ha aderito perché non ne condivideva la piattaforma manieristica, usata per occultare ciò che poi si rivelato: nel corso di questo presidio, che ha visto una presenza piuttosto risicata, un membro della direzione nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori, ha affermato che vanno combattuti in ugual maniera tutti gli imperialismi grandi e piccoli, a prescindere che ad esercitarli siano gli USA, la Russia o l’Iran; che vanno abbattuti tutti i dittatori, Assad incluso; ha espresso solidarietà a tutte le “rivoluzioni” più o meno colorate che Washington sta fomentando in medioriente e nell’est asiatico, infine ha sentenziato come il generale Qasem Soleimani fosse un criminale che avrebbe dovuto essere processato dal suo popolo. Tutto questo ha avuto luogo soltanto qualche giorno dopo i funerali di Soleimani, quando nel mondo tutte le televisioni hanno riportato le immagini dei milioni di iraniani, iracheni e siriani che, afflitti e costernati, commemoravano il loro combattente vilmente assassinato.
A questo presidio milanese era presente anche l’unica delegata del Partito della Rifondazione Comunista al I Incontro Mondiale Contro l’Imperialismo a Caracas.
Non è dato sapere se si sentisse a suo agio durante il comizio del membro del PCL a Milano e se si sentisse fuori luogo a Caracas durante le conclusioni di Maduro all’ Incontro Mondiale Contro l’Imperialismo , visto che il Presidente ha presentato e accolto a braccia aperte i rappresentanti di quei paesi che la propaganda imperialista definisce dittatoriali, spendendo spesso parole di amicizia e solidarietà verso paesi come la Russia, la Cina, la Libia, la Siria, l’Iraq e l’Iran. L’auspicio è che dopo aver ascoltato il Presidente Maduro e aver condiviso un evento tra tanti compagni sinceramente antimperialisti, la “delegata” e il Partito della Rifondazione Comunista vengano folgorati sulla via di Damasco. Diverrà però ineludibile essere chiari ed evitare le “cattive compagnie”, naturalmente questo vale anche per altre sigle nel cui nome spicca una marcata amicizia con paesi del Latino America e per gruppi o partiti dal nome roboante, verrebbe da dire roboante tanto quanto la mancanza di coerenza.
La “causa” è una cosa seria e come tale va trattata.
COMITATO CONTRO LA GUERRA MILANO
QUI IL LINK INTEGRALE DELL’ ATTO FINALE DEL 1° INCONTRO MONDIALE CONTRO L’IMPERIALISMO CON LE CONCLUSIONI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA DEL VENEZUELA, NICOLAS MADURO: