Due momenti dell’intervista fatta al magistrato Roberto Scarpinato, intervenuto alla trasmissione “Servizio Pubblico”, dove commenta: “La mafia sta cambiando perché è cambiato il quadro politico ed economico entro cui si muoveva prima“. E, aggiunge: “Prima il Sud viveva di spesa pubblica, poi depredata da colletti bianchi della politica e da mafiosi; oggi la spesa pubblica è stata ridotta e con effetto a cascata anche sulla mafia popolare. C’è un problema di mantenimento della famiglie dei mafiosi. Anche le estorsioni devono fare i conti con il fatto che centinaia di commercianti sono falliti”.
Scarpinato, poi, rileva che: “Al Nord non c’è reattività sociale nei confronti della mafia, perché la mafia si è trasformata in un’agenzia che offre beni e servizi“. Sottolineando che esiste una “legittimazione culturale scandalosa“… “Siamo disarmati nei confronti della corruzione. Le pistole sono caricate a salve, i processi sono destinati a prescriversi. Nella prima Repubblica ci potevamo permettere la corruzione, ora no. L’emergenza nazionale oggi è la corruzione che sta creando una grave crisi economica”
Con l’inevitabile osservazione sulle riforme alla Magistratura fatte da questo Governo: “La legge sulla responsabilità civile dei magistrati offre alla criminalità organizzata degli spazi per potersi liberare dei giudici scomodi”. Prosegue Scarpinato: “Se un imprenditore denuncia un mafioso, noi lo premiamo. Invece, le leggi sulla corruzione oggi fanno sì che, se un cittadino denuncia quello a cui ha pagato la tangente, rischia tre anni di galera. L’Antimafia istituzionale è in grado di smascherare la falsa antimafia. Ma è difficile intervenire nei confronti della mafia silente“.
Domanda.
Cui prodest la legge sui magistrati?
MOWA