DANILO TOSARELLI – MILANO
Che cos’è la POLIZIA PREDITTIVA? Qualcuno la conosce?
È una realtà già da alcuni anni, in molte città americane.
In Cina, Giappone, India ed Emirati Arabi. Ma anche in Europa.
Germania, Gran Bretagna, Olanda e Danimarca.
La Polizia Predittiva ha lo scopo di prevedere i reati futuri.
Intervenire per tempo, riducendone rischi, danni e vittime.
Tutto funziona con L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. Algoritmi.
I sostenitori della Polizia Predittiva sostengono sia formidabile.
Forte riduzione dei crimini ed interventi più mirati per la Polizia.
A sentir loro, risultati entusiasmanti ed indiscutibili.
Cito un esempio fra i tanti. Arriva da Camden nel New Jersey.
È considerata una delle città più pericolose d’America.
L’algoritmo ha ridotto i crimini del 26% e gli omicidi del 41%.
La Polizia Predittiva sta suscitando anche altre grandi speranze.
La prevenzione di un fenomeno drammatico. I MASS SHOOTINGS.
È una delle piaghe, che negli USA continua a provocare più vittime.
Riguarda coloro che attaccano scuole, chiese, centri commerciali.
Questi soggetti pericolosi, nel 45% dei casi rivelano le loro intenzioni.
Questi algoritmi intercettano per tempo le tracce che lasciano.
Tutto ciò consente di individuarli, anticipandone le cattive intenzioni.
Lavoro difficile e complesso per qualunque forza di Polizia.
Negli USA vi sono 344 milioni di abitanti e 390 milioni di armi.
IL RICONOSCIMENTO FACCIALE è un altro strumento utilizzato.
Sempre basato sull’Intelligenza Artificiale, si usa ormai da anni.
Molti sono stati gli errori giudiziari causa identificazione errata.
Ecco perché, oggi questa identificazione risulta solo come indizio.
Agnes Callamard è la Segretaria Generale di Amnesty international.
Ha fortemente criticato un sistema utilizzato dalle Autorità Israeliane.
Si chiama RED WOLFE e scansiona il volto di tutti i Palestinesi.
Quelli che passano dai chek point di Gerusalemme Est ed Hebron.
Naturalmente, tutto ciò viene imposto senza alcuna autorizzazione.
Si basa su un database contenente solo dati di persone Palestinesi.
Amnesty in un suo rapporto, lo ha definito un “Apartheid Automatizzato”.
Palestinesi sempre sospetti e coloni israeliani sempre integerrimi?
Tutto ciò, crea da sempre un ambiente ostile per tutti i Palestinesi.
Anche in Cina, vengono utilizzati sistemi sofisticati di Polizia Predittiva.
2 esempi fra i tanti che si potrebbero raccontare. Ecco la Polizia.
Viene allertata automaticamente, se solo vi è un possibile sospetto.
3 individui con precedenti penali che si ritrovano nello stesso hotel.
Oppure, se un possibile agitatore politico compra un biglietto del treno.
Questi esempi continueranno a far discutere. È inevitabile.
Queste tecnologie sono invasive e possono diventare pericolose.
C’è chi ci bada e chi invece non si sofferma.
Non a caso lo scambio privacy per sicurezza trova risposte diverse.
L’Europa ed il Nord America sono più attente al valore della privacy.
America Latina ed Asia sono più disposte al compromesso.
Meno diritti individuali, per raggiungere più elevati livelli di sicurezza.
Di quale sicurezza stiamo parlando? Davvero a vantaggio di tutti?
È sempre opportuno porsi questa domanda. Una scelta di saggezza.
Intanto l’evoluzione tecnologica prosegue senza soste.
Vi ricordate il celebre film ROBOCOP del regista Paul Verhoeven?
Era il 1987 ed aveva come sottotitolo ” Il futuro della legge”.
Parlava di un robot poliziotto. Colpi’ molto l’immaginario collettivo.
Oggi, l’impiego dei ROBOT nelle attività di polizia è una realtà.
Secondo la Rand Corporation, l’uso dei robot potrebbe aiutare molto.
Intanto, migliorando la capacità di risposta alle emergenze.
Si parla del 10-20%, ma dati più ottimistici parlano del 35%.
Il loro impiego ha però sollevato un problema di accettazione sociale.
Lo rileva un sondaggio, fatto nel 2020 dalla National League of Cities.
Esiste una preoccupazione diffusa tra molti residenti americani.
Il 36% prova disagio, all’idea di impiegare robot in attività di polizia.
Se negli USA è così, a Dubai il problema sembra non esistere.
I loro robocop sono in servizio dal 2017 e vengono ritenuti efficienti.
Si ipotizza, che entro il 2030 diventeranno il 25% delle Forze di Polizia.
Vi è preoccupazione invece, tra i sindacati di Polizia americani.
L’Università di Oxford, riporta dati riguardanti i posti di lavoro in Polizia.
Nei prossimi 20 anni potrebbero essere automatizzati fino al 35%.
Quanti saranno i robot impegnati nella sicurezza pubblica degli USA?
L’intelligenza Artificiale minaccia di sostituire anche i giudici? SI.
Da tempo viene utilizzato il software COMPASS prodotto da EQUIVANT.
È basato su un questionario di 137 domande studiate ad hoc.
La giustizia penale americana utilizza spesso questo algoritmo.
Prende decisioni su sanzioni, condanne ed anche il rilascio anticipato.
Peccato che siano moltissimi i dubbi su Compass. Parlano certi dati.
Ne viene messa in discussione la validità scientifica e non solo.
I neri, hanno il doppio delle possibilità dei bianchi di risultare pericolosi.
È ovvio che tutto ciò può condizionare fortemente il giudice di turno.
Qualcuno considera queste tecnologie discriminatorie per natura.
La sociologa Dorothy Roberts ne è fermamente convinta.
Sostiene che lo siano i dati inseriti negli algoritmi di Polizia Predittiva.
“Le informazioni che formano l’algoritmo, sono inficiate da razzismo”.
Un esempio che va in tal senso, è quello riferito agli afroamericani.
Perquisiti più spesso rispetto ai bianchi, per possesso di marijuana.
Le statistiche ci dicono che bianchi e neri la usino nella stessa misura.
Perché allora questa disparità di trattamento? La Roberts ci azzecca?
Riporto testualmente, quanto espresso da una Corte D’appello USA.
“La Polizia Predittiva è l’antitesi del principio della presunzione di
innocenza. Uno strumento di applicazione della legge che non
equivale a nient’altro che a un rafforzamento di uno status quo razzista”. Affermazioni forti, che voglio pensare abbiano un riscontro.
La Polizia Predittiva sta incontrando sempre più resistenze.
Nel 2020 un gruppo di matematici americani hanno lanciato un appello.
Lo scopo, quello di interrompere il lavoro sulla Polizia Predittiva.
Subito, oltre 1500 matematici si sono uniti a questo boicottaggio.
Esiste anche un sondaggio effettuato da Pew Research Center.
Il 54% degli americani è molto preoccupato su una questione vitale.
Come viene effettuata la sorveglianza di massa da parte della Polizia.
Si teme, che i dati raccolti possano essere utilizzati in modo improprio.
Dopo aver raccolto tutti questi dati, mi permetto un’opinione personale.
Condivido, chi sostiene di andare cauti nell’uso della Polizia Predittiva.
L’uso della Intelligenza Artificiale va accompagnato e guidato.
Mai dovrà mancare una discussione approfondita e costanti verifiche.
Il pendolo oscilla da tempo, tra chi ne sostiene il valore e chi ne diffida.
I sostenitori promettono una riduzione della criminalità del 30-40%.
Gli altri temono un diaframma più sottile tra sicurezza e repressione.
Sono le solite paranoie di qualcuno che insiste nel frenare il progresso?
Le manifestazioni espositive di settore, già possono dare delle risposte.
Lettori di onde cerebrali per individuare le bugie degli interrogati.
Occhiali per il riconoscimento facciale immediato.
Super telecamere che possono riconoscere facce distanti un chilometro.
La sfida è quella di combattere l’opacita’ di alcuni algoritmi complessi.
Potrebbero non essere equi, perché impostati con criteri distorti. Potrebbero essere violati dei diritti costituzionali, a nostra insaputa.
Nulla di tutto ciò deve apparire fantascienza, perché non lo è per niente.
La strada deve essere quella di consentire solo un certo tipo di algoritmi.
Devono rispettare i principi di trasparenza, interpretabilita’, spiegabilita’.
E nessuno mi dica che tutto ciò è irrealizzabile. Si deve poter fare.
Nessuna tecnologia avanzata, può giustificare rischi per la democrazia.
Robert Peel fu il fondatore dei celebri BOBBIES LONDINESI.
Nel 1829 scrisse un manuale etico rivolto alla Polizia Britannica.
Ci tengo a riportare testualmente quanto scrisse.
“La capacità della Polizia di svolgere i propri compiti, dipende dalla
approvazione pubblica dell’esistenza, delle azioni, del comportamento
della Polizia e dalla capacità della Polizia di garantire e mantenere il
rispetto pubblico”.
A quasi 200 anni di distanza, questi valori etici restano per me validi.
La legittimità delle azioni degli agenti rimane un caposaldo inderogabile.
Ne va della credibilità delle Forze di Polizia agli occhi dei cittadini.
Credo che anche l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale debba allinearsi.
Per essere accettato, non dovrà contraddire questi principi di civiltà.
Chi vuole bene alla nostra bella Costituzione, dovrà sempre vigilare.
Foto di Ichad Windhiagiri