Una corona d’alloro al Memoriale della Resistenza di Porta San Paolo per ricordare quella giornata storica per l’antifascismo capitolino
Ieri si è svolta a Roma la celebrazione del 60° del 6 luglio ’60, assieme ad altre che si sono tenute in tutto il Paese, per commemorare gli episodi di quel movimento che da Genova a Palermo sconvolse gli equilibri della giovane democrazia italiana opponendosi al Governo Tambroni e alle provocazioni del Msi di Almirante.
La manifestazione ha visto la partecipazione di rappresentanti locali dell’Anpi (con il presidente del Comitato provinciale Fabrizio De Sanctis e il vicepresidente Valerio Bruni), della Fiap, dell’Anppia, dell’Aicvas e della Cgil che nel pomeriggio si sono dati appuntamento al Memoriale della Resistenza di Porta San Paolo “per rinnovare – scrivono i promotori dell’iniziativa – nel nome dei combattenti della libertà e dei Caduti di quelle giornate del luglio 1960, il nostro impegno civili, sociale e politico di cittadine e cittadini liberi”. Ricordiamo i fatti.
Il 6 luglio 1960 si tenne a Roma un corteo delle forze democratiche e antifasciste che – provocatoriamente vietato dal prefetto solo poche ore prima dell’inizio della manifestazione – scelse di dirigersi a Porta San Paolo per deporre una corona d’alloro bordata del nastro tricolore, in memoria dei caduti della Resistenza.
Il corteo, che avanzava protetto da un cordone di parlamentari d’opposizione, venne fermato dalle violente cariche dei carabinieri a cavallo comandati da Raimondo d’Inzeo, ufficiale divenuto poi noto perché vincerà la medaglia d’oro alle olimpiadi di Roma.
Le cariche scateneranno una determinatissima reazione dagli abitanti dei quartieri popolari limitrofi – Testaccio, Ostiense, Garbatella, San Saba – che si difesero per tutta la giornata come meglio potevano.
Due parlamentari, il comunista Ingrao e il socialista Borghese, vennero feriti durante gli scontri violentissimi e portati alla Camera ancora sanguinanti, scatenando fortissime proteste.
Durante la commemorazione Donatella Onofri – ha letto una testimonianza della partigiana Tina Costa, scomparsa lo scorso anno, tra i protagonisti di quel giorno, conservata nell’archivio storico della Cgil.
La cerimonia si è conclusa con la deposizione di una corona d’alloro al Memoriale della Resistenza. Un omaggio che sessant’anni fa non riuscì mai ad arrivare.
Samuele Marcucci
7 Luglio 2020