Roppolo è un comune di 853 abitanti della provincia di Biella in Piemonte.
I primi insediamenti tra il biellese e la pianura padana furono le tribù celto-liguri victimule (tuttavia maggiormente insediate nei vicini Dorzano e frazione S.Secondo di Salussola), scalzate poi dalle espansioni romane in Piemonte del III secolo d.C., dove gli eserciti utilizzarono la cima della collina come roccaforte ed avamposto militare. Nei secoli successivi l’antica fortificazione fu usata come basamento architettonico di quello che è l’attuale castello visibile sulla collina.
Costituiti i feudi sul finire del X secolo gli Aymone cedettero il territorio alle contee longobarde del Comitato di Lomello, sempre del ramo nobile anscarico sotto protezione di Ottone III di Sassonia. Nel 1225 questi li ricedettero a loro volta ai conti Bichieri di Vercelli, i quali si preoccuparono di riedificare l’ormai fatiscente fortificazione collinare romana in un castello medievale nella sua attuale forma. I Bichieri del XIII secolo diedero splendore al paese. Per essi fu anche costruita una casa monacale, la S.Margherita, che servì anche da lazzaretto durante la peste. In seguito vi sorgerà l’attuale villa dei Rampone (XIV secolo), che si affaccia sulla piazza omonima e dove ancora oggi si può ancora vedere la chiesetta dedicata alla monaca domenicana Emilia Bichieri da Vercelli (1238-1314). Borgo e castello divennero poi possesso dei Visconti nel 1315, che iniziarono a usarlo come alloggiamento signorile. Come per la vicina Viverone ed altri borghi vercellesi il territorio roppolese fu barbaramente conquistato dal mercenario Facino Cane, al soldo del Marchesato del Monferrato. Riconquistati però i territori dai Savoia nel 1427, Roppolo passò sotto la signoria dei piemontesi Valperga nel 1441.
Galleria di immagini con fotografie scattate il 13 novembre 2021.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Roppolo
MUSEO DELLA RESISTENZA DI SALA BIELLESE (PIEMONTE, ITALY)
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La Casa della Resistenza nata nel 1992 come Mostra permanente della Resistenza su iniziativa di Elio Parlamento “Varzi”, presidente dell’A.N.P.I. Valle Elvo e Serra, e dei partigiani di Sala Biellese offre oggi al visitatore un percorso storico del movimento partigiano biellese, avvalendosi di un cospicuo materiale fotografico e documentale integrato da sintetici testi esplicativi e approfondendo, in particolare temi ed eventi legati al territorio della Serra e del comune di Sala Biellese.
Le fotografie, i documenti originali, i cimeli d’epoca (divise partigiane, equipaggiamento militare tedesco e angloamericano, dotazioni civili) e le ricorrenti mostre temporanee consentono al visitatore di rivivere appieno quei drammatici eventi, mentre l’originale, sintetico, “plastico del territorio” fa comprendere gli spazi fisici e l’ambientazione geografica della Resistenza biellese.
https://www.anpi.it/luoghi-di-memoria/67/casa-della-resistenza
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https://www.frammentidistoriabiellese.it/resistenza-e-guerra-civile-1943-1945/
PALAZZO CANAVESE (TORINO, PIEMONTE, ITALY)
Palazzo Canavese è un comune di 837 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte. È situato ai piedi della collina morenica denominata La Serra, a circa 5 chilometri dal lago di Viverone. Paese di tradizioni rurali conserva tuttora numerosi vitigni lungo i pendii della collina, nonché campi di grano, soia e mais.
Da Palazzo Canavese in epoca romana passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia.
Il comune e l’abitato si trovano sul tracciato della Via Francigena, variante canavesana, proveniente da Bollengo e che si dirige successivamente verso Piverone.
Galleria di immagini con fotografie scattate il novembre 2021.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Canavese
CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO (BOLLENGO, TORINO, PIEMONTE, ITALY)
Bollengo è un comune di 2102 abitanti della città metropolitana di Torino a pochi chilometri da Ivrea in Piemonte.
In epoca romana da Bollengo passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire dall’imperatore Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia.
La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è un’antica chiesa romanica situata nella campagna del comune di Bollengo.
Costruita intorno all’anno 1000 sorgeva nel villaggio di Pessano, che insieme a Paerno formava nel 1250 il borgo di Bollengo. Tuttavia Pessano andò presto incontro allo spopolamento venendo infine del tutto abbandonato: solo la sua chiesa tutelata dal Capitolo della Cattedrale di Ivrea si è conservata fino ai nostri giorni.
La facciata della chiesa presenta un campanile in posizione centrale, secondo la cosiddetta tipologia “clocher porche” (campanile androne). L’interno presenta invece un’unica navata absidata divisa in due campate da un ampio arco. Sulle pareti interne vi sono resti di affreschi risalenti al XV secolo. In particolare, nella parte sinistra dell’abside è possibile ammirare una figura mutila di S.Giorgio di cui si vede una gamba ricoperta da armatura con la coda del drago, mentre a destra entro un riquadro sono visibili due santi di cui probabilmente a sinistra S.Giovanni Battista coperto di pelli ed a destra un santo con mantello e cappuccio. Il campanile alto sei piani presenta cinque campiture delimitate da lesene e da archetti pensili. Alla feritoia del terzo piano succedono nell’alzato una monofora e due ordini di bifore.
Galleria di immagini con fotografie scattate il 13 novembre 2021.
https://www.comune.bollengo.to.it/?jjj=1637838026925
https://it.wikipedia.org/wiki/Bollengo
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_dei_Santi_Pietro_e_Paolo_(Bollengo)
PARCO BURCINA (POLLONE, BIELLA, PIEMONTE, ITALY)
Pollone è un comune di 2039 abitanti della provincia di Biella in Piemonte.
Resti di un castelliere celtico sulle alture della Burcina confermano la presenza di insediamenti già dal V secolo a.C.. Successivamente i romani avevano qui costruito una ara apollonis dedicata al dio Apollo da cui forse l’etimo. Un’altra teoria vuole che il toponimo derivi proprio dal nome botanico dato ai virgulti appena nati, vista la rigogliosa vegetazione del luogo. Successivo teatro di scorribande longobarde i primi documenti arcivescovili citano il luogo come Pelligonum, o Poleonum, soltanto a partire dal XIII secolo circa. Dal 1377 entrò a far parte del Ducato di Savoia. Il borgo fu abbastanza trascurato amministrativamente a partire dal XVI secolo. Basti pensare che l’inizio della costruzione della parrocchiale dedicata a S.Eusebio prete, confessore romano, durò per quasi due secoli. Per questo motivo il 1623 sarà l’anno di nascita del suo particolare stemma araldico: si tratta di un genietto alato al braccio sinistro e con un peso al braccio destro, circondato da ulivo, alloro, quercia e da un monte simboli della natura circostante. Il motto riporta “Paupertas summis obstat ingeniis” (la povertà è d’ostacolo ai più alti ingegni) ricordando le condizioni di miseria che i pollonesi vissero in quel tempo.
Il Parco Burcina è un giardino storico sito sull’omonimo “Brik Burcina”, una dolce collina a ridosso delle alpi biellesi. Le origini del Parco Burcina risalgono alla metà del 1800 quando Giovanni Piacenza (1811-1883) iniziò ad acquistare vari terreni nelle parti inferiori dei versanti rivolti a sud e a ponente della collina, per allestirli con sequoie (al lago), cedri dell’Atlante (a monte della sede), pini strobus e altro. Il figlio Felice (1843-1938) per quasi 50 anni lavorò giorno dopo giorno per acquisire nuovi terreni, per tracciare strade e sentieri, per piantare alberi e la spettacolare valle dei rododendri che a metà maggio incanta il visitatore. E’ abbastanza sorprendente il fatto che l’industriale Felice non si avvalse di architetti nella composizione del paesaggio, ma fu lui stesso l’artefice . Di conseguenza oltre all’aspetto botanico è di particolare rilievo la composizione paesaggistica: un laghetto romantico, le aree prative contornate da boschi come in zona Valfenera, la faggeta del Pian Plà, il viale dei liriodendri, la valle dei rododendri, l’area mediterranea, nonché le viste sulle montagne e sulla pianura che spaziano dal Monviso all’ Adamello. Il figlio di Felice, Enzo (1892-1968) nel 1950 donò il nuovo ingresso progettato dal paesaggista fiorentino Pietro Porcinai come da volere del padre. Nei suoi ultimi 15 anni invitò al parco i più famosi botanici europei. Pochi mesi prima di morire ripiantò varie zone del parco distrutte dal tremendo vento föhn che si abbattè sulla zona nel febbraio 1967. Nel 1934 il parco è divenuto proprietà del Comune di Biella, che ha provveduto ad ampliare la superficie fino ai 57 ettari attuali. Nel 1980 con la legge regionale n° 29, è stata istituita la Riserva Naturale del Parco Burcina “Felice Piacenza”.
Galleria fotografica con immagini scattate il 18 novembre 2021.
http://www.comune.pollone.bi.it/on-line/Home.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Pollone_(Italia)
https://www.visitaltopiemonte.com/cosa-fare/parco-burcina-p676151
GV