Foto: © AFP 2016/ JOSEPH EID
Il sito del canale televisivo RT ha pubblicato i documenti del Daesh e le testimonianze dei suoi combattenti catturati che hanno rivelato i segreti dell’industria petrolifera islamista e delle esportazioni di petrolio nella vicina Turchia.
I documenti sono finiti nelle mani delle unità delle milizie popolari curde (YPG) durante l’assalto della città Ash Shaddadi nel nord della Siria, dopodichè sono stati consegnati ai corrispondenti di RT (“Russia Today”) che erano stati in visita in queste zone. Allo stesso tempo nelle mani dei miliziani curdi sono stati catturati “foreign fighters” provenienti da Turchia, Arabia Saudita ed altri Paesi, i quali hanno parlato delle relazioni tra il Daesh e Ankara.
Così un combattente jihadista di origine turca catturato testimonia che la maggior parte degli islamisti che si arruola tra le file del Daesh passa attraverso il territorio turco e né le autorità turche né le guardie di frontiera cercano di opporsi.
“Il mio comandante mi ha detto di fuggire in Turchia, se fossi stato circondato o ferito”, — ha riferito il prigioniero islamista.
A conferma di queste parole i miliziani curdi hanno mostrato ai giornalisti un pacchetto di passaporti di vari militanti jihadisti provenienti da vari Paesi, sia uomini che donne. In tutti questi passaporti c’è il timbro d’ingresso in Turchia.
La produzione di petrolio nei territori controllati dal Daesh viene condotta su scala industriale e professionale, emerge dai documenti presi agli islamisti. Tra di loro ci sono bolle d’accompagnamento con la scritta “del Dipartimento del petrolio e gas del ministero delle Risorse Naturali dello Stato Islamico” sul petrolio in fase di consegna dagli autisti delle autocisterne nel gennaio 2016.Il prigioniero turco jihadista ha inoltre raccontato che il petrolio estratto dal Daesh viene venduto in Turchia in quantità tali che le autorità turche non possono non esserne al corrente.
Secondo questi documenti, gli autotrasportatori ricevevano da 12 a 26 dollari al barile. La spedizione si realizzava dai giacimenti di Kabiba e Rejura così: da uno di loro in pochi giorni sono partiti carichi di petrolio dal valore di 5mila dollari.
Un altro documento è una lettera formale per l’assunzione da parte del “Dipartimento del petrolio e gas” di 2 nuovi ingegneri nel distretto di Al Barak. Il documento elenca in dettaglio le mansioni dei collaboratori assunti: riparazione di attrezzature di trivellazione, comprese quelle danneggiate dai bombardamenti aerei, e posa di nuovi oleodotti. In totale in questo dislocamento del dipartimento lavoravano 17 persone, compresi 5 capi squadra ed alcuni operai.
Il canale RT ha riferito che i risultati delle indagini dei suoi giornalisti sono stati raccolti in un documentario che sarà pronto entro un mese.