Mi chiamo Stefania Catallo, e molti di voi mi conoscono per avere portato avanti una lunga battaglia, grazie alla quale abbiamo ridato vita al centro antiviolenza “Marie Anne Erize” di Tor Bella Monaca.
Abbiamo passato due anni intensi e pieni di riconoscimenti per il nostro lavoro; abbiamo salvato vite umane; abbiamo ridato il sorriso a quelle donne che non avevano neanche più i denti per farlo; abbiamo sostenuto i loro progressi e aiutato il loro riscatto, unendo il cuore, la cultura e il lavoro, creando un luogo dove potessero sentirsi accettate e comprese, senza giudizi, senza compromessi. Abbiamo ricevuto per ben due anni consecutivi il premio della Fondazione Up, che dalla Francia ha riconosciuto il nostro operato. Sono stata insignita della carica di Ambasciatrice del Telefono Rosa. Ho volato in Romania lo scorso 8 marzo, per inaugurare ufficialmente il primo sportello romeno contro la violenza domestica. Ho portato avanti, col nostro centro, il progetto di memoria storica sulle Marocchinate e sulle desaparicion della dittatura civico-militare argentina del 1976. Abbiamo istituito da quest’anno una borsa di studio dedicata agli studenti dell’ultimo anno delle superiori, mille euro per aiutarli ad iscriversi all’università. Abbiamo creato una biblioteca di ottomila volumi, riconosciuta nell’Anagrafe delle Biblioteche Nazionali. Tutto in volontariato, senza nessun aiuto economico istituzionale, solo con quello che la gente ha voluto donarci e, per nostra scelta, senza appoggi politici, perchè quando una donna viene da noi non le chiediamo per chi vota, bensì come possiamo aiutarla.
Giovedì 16 marzo, senza nessun preavviso e senza che ci venisse comunicato alcunchè, nel nostro municipio de Le Torri, la maggioranza ha presentato in Consiglio una mozione per toglierci l’uso dei locali nei quali operiamo, non rispettando la procedura con la quale avrebbe dovuto avvisarci tramite raccomandata o chiedendoci un appuntamento per notificare l’atto.
I locali ci sono stati assegnati nel 2015, proprio grazie alle firme raccolte sulla piattaforma Change, e all’impegno instancabile di tutt,i con procedura diretta e per meriti straordinari. Il contratto è stato rinnovato con tacito accordo di sei mesi in sei mesi, nell’attesa che divenisse definitivo. Nel frattempo, abbiamo reso questo posto anche un centro culturale di primo livello, trasformandolo totalmente.
La motivazione della mozione è stata un vago riferimento a non ben specificate problematiche amministrative. Ma se così fosse, ci siamo dette, non sarebbe stata presentata una mozione, che è un atto politico a tutti gli effetti, bensì una interpellanza. Ci sarebbero stati chiesti dei documenti, che avremmo prodotto prontamente: avremmo esibito bilanci e conti, e soprattutto gli attestati dei pagamenti dell’affitto, che sono stati sempre fatti regolarmente. Invece, come accade nei peggiori regimi dittatoriali, ci siamo trovate sorprese e sgomente davanti ad un atto fatto a nostra totale insaputa. Saremo sfrattate e il locale messo a bando, gli accordi stravolti d’ufficio, e il nostro lavoro sarà così in pericolo. Siamo state trattate da fuorilegge, il nostro operato è stato ritenuto irrilevante e di nessun valore. In un luogo dove la politica non dovrebbe avere posto, essa invece è entrata di prepotenza, senza alcun rispetto per le nostre donne e per il nostro lavoro.
Ci chiediamo quanto sangue dovrà scorrere ancora, quante di noi dovranno ancora morire, o rimanere paralizzate come Chiara Insidioso, o girare deturpate dall’acido come Lucia Annibali e le altre; ci chiediamo con quale coraggio e in nome di quale principio si chiudono i centri antiviolenza.
Dal 2011 abbiamo assistito circa tremila donne, infondendo coraggio e speranza. Abbiamo aperto le nostre porte alla formazione dei cousellor delle scuole di Roma, che da noi trovano la possibilità di perfezionarsi nell’ascolto attivo. Abbiamo fatto sfilare le creazioni delle nostre utenti ed ex utenti, organizzando sfilate di bellissimi abiti da sposa. Ci siamo ritrovate stanche morte ma felici di avere dato un senso al nostro lavoro, di avere ridato speranza.
Ma noi non possiamo permetterci incertezze, in nostro primo dovere è tutelare le donne, tutte. Quindi, ricominciamo la battaglia, e vi chiedo di aiutarci di nuovo, con tutta la vostra forza, con tutto il vostro cuore. Facciamo sentire la nostra voce, che diventi un grido fortissimo. Facciamo in modo che questo sfratto venga bloccato e il centro continui a vivere.
Lo chiediamo alle maggiori cariche dello Stato, della Capitale e della Regione Lazio. Tor Bella Monaca è anche questo, un grande cuore. Non lo fermiamo
Insieme, ce la possiamo fare. Vi chiediamo di firmare e sostenerci solo per queste donne, e non per oscuri giochi di potere che si fanno sulla pelle delle donne.
Questa petizione sarà consegnata a:
- Presidente Regione Lazio
Nicola Zingaretti - Sindaco di Roma
Virginia Raggi - Presidente Della Repubblica Italiana
Sergio Mattarella (Presidente Della Repubblica Italiana) -
- Presidente del Senato della Repubblica
Pietro Grasso (Presidente del Senato della Repubblica) - Presidente della Camera dei Deputati
Laura Boldrini - Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Maria Elena Boschi - Sottosegretaria di Stato
- Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
- Sottosegretaria di Stato Maria Elena Boschi
- Sindaca di Roma Virginia Raggi
- Nicola Zingaretti Presidente della Regione Lazio
- Presidente della camera Laura Boldrini
- Presidente del Senato Pietro Grasso
- Presidente del Senato della Repubblica