Brutta storia per questo paese (quella spiegata nel post sotto) che ha lottato nel passato con tutte le sue forze per avere una sanità gratuita pubblica ed estesa a tutti. Oggi, in Italia, una persona su sei non può permettersi di curarsi perché troppo onerosa per le sue finanze.
In pochissimi anni, con l’avvento del liberismo, si stanno perdendo anni e anni di sofferte conquiste e, tutto ciò, è avvenuto da che non esiste più l’unico soggetto politico capace di aumentare (e non perdere) le conquiste sociali: il PCI. Oggi, se abbiamo ancora qualche barlume di resistenza alla cultura privatistica, tout court, lo dobbiamo all’ottimo lavoro di analisi che questo partito ha prodotto nel nostro paese. Cultura che dovrà ricompattarsi, di nuovo ed al più presto, onde evitare che il tracollo aumenti.
Dimostrazione lampante di come siano diventati diversi i trattamenti sanitari (e non solo) tra le persone ricche e gli altri (che devono fare code agli sportelli dei pronto soccorso e mesi di attesa tra una visita e l’altra), lo abbiamo sotto gli occhi in questi giorni con Silvio Berlusconi dove, addirittura, gli hanno affidato una specifica stanza privata…
Si può sopportare, ancora a lungo, tutto questo?
MOWA
di Mariangela Tessa
NEW YORK (WSI) – Erano 9 milioni nel 2012 e sono diventati 11 milioni nel 2016 gli italiani che hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie a causa di difficolta’ economiche. E’ quanto emerge dalla ricerca Censis-Rbm, presentata ieri in occasione del Welfare Day.
Sempre piu’ persone quindi non riescono a finanziarsi le prestazioni di cui avrebbe bisogno. In particolare a soffrire il problema sono 2,4 milioni di anziani e 2,2 milioni di millennials, ovvero i nati tra gli anni ’80 e il 2000. Tutto questo mentre la spesa privata per la salute pagata di tasca propria dagli assistiti ha ormai toccato quota 34,5 mld, il 3,2% e 80 euro a testa in più nel giro di soli due anni.
Una foto di gruppo impietosa, quella scattata dal Censis, che tocca i tanti nervi scoperti del Servizio sanitario nazionale. A partire delle liste d’attesa che poi sono una delle cause principali provocano la fuga dal Ssn e così la ricerca di un riparo presso le strutture e gli ambulatori privati.
Cresce intanto tra gli italiani la consapevolezza della necessità di trovare strade alternative per la copertura delle proprie spese per la salute e per avere accesso alla qualità: tra sistema pubblico in crisi e sanità privata che cresce, avanza così non a caso la voglia di sanità integrativa tra chi oggi ne è escluso.
11 giugno 2016