Ex schiave del sesso manifestano davanti all’ambasciata giapponese a Seul, in Corea del Sud, il 30 Marzo 2011- Oggi sono solo 46 le vittime ancora in vita- Foto REUTERS:Jo Yong
Come per ogni vergogna deumanizzante della cultura capitalista (e dell’annesso colonialismo) e, solo, per opportunismo politico che Shinzo Abe chiede scusa al popolo sud-coreano dimenticandosi, però, dell’altra metà della Corea e della Cina, dimostrando, con ciò, che l’imperialismo non ha assolutamente cambiato indirizzo. Anzi…
Strategia, quella giapponese, che prevede di non perdere i potenziali e futuri alleati, a fronte dei nuovi scenari di guerra che si affacciano all’orizzonte.
Guerre passate e presenti che sono state determinate, sempre, dalle stesse ragioni dei secoli scorsi e che non hanno modificato di una virgola l’atteggiamento del finto remissivismo dell’imperialismo: le ricchezze naturali che esistono in Cina e in Russia.
Se vogliono cambiare indirizzo politico, i vari Shinzo Abe asiatici, incomincino a prendere le distanze dall’imperialismo occidentale che li spinge, invece, verso l’aggressione dei loro vicini geografici. Solo, allora, forse, potremmo dire che non sono state solo parole…
Noi ci auguriamo, invece, che le nuove generazioni siano in grado di valutare, visti i passati 35 anni di tragica “esperienza” reazionaria, di comprendere, realmente, cosa siano state le culture prodotte dal capitalismo e che invertano la rotta verso un sistema più umano come quello socialista-comunista. Ci auguriamo, solo, che le nuove generazioni approfondiscano di più gli scritti di Antonio Gramsci e Enrico Berlinguer per sapere cosa sia il socialismo-comunismo dal volto umano.
MOWA
by Alessio Fratticcioli
I governi di Corea del Sud e Giappone hanno raggiunto uno storico accordo sulla questione delle donne sudcoreane che durante l’occupazione coloniale giapponese della Corea (1910-1945) furono costrette a lavorare come schiave del sesso in bordelli di stato per i militari nipponici.
Con 70 anni di ritardo, un primo ministro giapponese, Shinzo Abe, offrirà le scuse ufficiali del Giappone alla Corea del Sud.
Tokyo si impegna anche a finanziare un fondo da un miliardo di yen (circa 7,5 milioni di euro) destinato ad aiutare le vittime sudcoreane ancora in vita: 46 donne.
In cambio, la Corea del Sud rimuoverà la statua simbolo delle donne schiavizzate eretta da attivisti davanti all’ambasciata giapponese a Seul nel 2011.
“È l’inizio di una nuova era nei rapporti tra il Giappone e la Corea del Sud”, ha detto il ministro degli Esteri giapponese Fumio Kishida.
La questione delle ianfu (o comfort women, “donne di conforto”) è stata per decenni la maggiore fonte di attrito nelle relazioni tra i due paesi asiatici.
Il fenomeno delle schiave del sesso, uno dei molteplici crimini commessi dai fascisti giapponesi nel corso della prima metà del Ventesimo secolo, si diffuse all’inizio degli anni Trenta e continuò sino al 1945. Interessò, a seconda delle fonti, da 20mila a 400mila donne.
Sedotte da offerte di lavoro illusorie o semplicemente catturate come bottino di guerra, le donne venivano rinchiuse in bordelli dove i soldati di occupazione potevano utilizzare i loro corpi come meglio credevano.
La maggioranza delle schiave del sesso erano coreane e, in seconda battuta, cinesi. Preferite ad altre donne asiatiche per il colore più chiaro della pelle, le schiave coreane e cinesi venivano anche esportate nei paesi del sudest asiatico invasi dai giapponesi, dove erano costrette a lavorare in bordelli per giapponesi insieme alle schiave locali. Vennero schiavizzate anche centinaia di donne occidentali, in maggioranza olandesi e australiane.
Circa tre quarti delle schiave non sopravvissero a stenti e torture. Tra le sopravvissute, molte hanno contratto malattie veneree.
29/12/2015