Apprendiamo con gioia che fare inchieste giornalistiche è, ancora, un valore per la nostra Repubblica. Infatti, la magistratura ha stabilito, con sentenza assolutoria nei confronti degli estensori del libro, Renzo Magosso e Roberto Arlati, per aver mantenuto una ricostruzione minuziosa, fedele e dettagliata su quanto avvenuto con le carte di Moro in via Monte Nevoso a Milano.
Buon lavoro agli autori di prosecuzione indagini giornalistiche…
Un libro, decisamente, da leggere.
MOWA
Assolto il giornalista che rivelò la sparizione delle carte di Moro
Per la prima volta a 37 anni dalla tragedia di Aldo Moro, la magistratura ha stabilito con una sentenza che le carte di Moro (manoscritti e dattiloscritti dei suoi interrogatori durante i 55 giorni del suo sequestro) sono state notevolmente “assottigliate” e fatte sparire prima che potessero essere acquisite e valutate dai magistrati inquirenti. Avvenne durante l’operazione che smantellò il 1° ottobre 1978 in via Monte Nevoso, a Milano, il covo-archivio delle Brigate Rosse.
La sparizione di questi documenti di rilevante importanza politica e sociale è stata sancita e messa nero su bianco pochi giorni fa dalla Seconda sezione civile della Corte d’appello del Tribunale di Milano con una sentenza che assume un rilievo storico per comprendere fino in fondo che cosa è veramente successo anche dopo l’assassinio dello statista democristiano per mettere il silenziatore sulle sue rivelazioni durante la prigionia.
La parte del libro che tratta del ritrovamento delle “carte di Moro” ha ad oggetto fatti realmente accaduti, dà conto di un episodio realmente accertato, consistente nell’asportazione del fascicolo dall’appartamento di via Monte Nevoso…
Vale la pena riportare il brano centrale della sentenza di Milano: “L’appello proposto da Agata Bonaventura non è fondato. La parte del libro che tratta del ritrovamento delle “carte di Moro” ha ad oggetto fatti realmente accaduti, dà conto di un episodio realmente accertato, consistente nell’asportazione del fascicolo dall’appartamento di via Monte Nevoso prima della numerazione dei fogli cui era composto, espone poi i ricordi, le impressioni ed i giudizi dei protagonisti della vicenda, il capitano Roberto Arlati, che vengono riportati in modo corretto, dando conto infine della diversa ricostruzione operata da Umberto Bonaventura quando ascoltato il 23/05/2000 dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Terrorismo e le Stragi”.
Questa sentenza ha finalmente dato ragione al libro Le carte di Moro di Renzo Magosso e Roberto Arlati ma ci sono voluti 10 anni di dura competizione a base di carte bollate per dimostrare che venne scritta una vicenda vera, realmente accaduta. Nel frattempo, sul libro “le carte di Moro” pubblicato nel 2004 è stato messo il silenziatore proprio a causa di una querela per diffamazione intentata dalla sorella del generale Umberto Bonaventura (scomparso nel 2003 mentre era il responsabile dell’ufficio Sisde dei carabinieri). Il volume era scomparso subito dagli scaffali delle librerie.
7 maggio 2015