DANILO TOSARELLI – MILANO
Per chi come il sottoscritto, è contrario a qualsiasi dogmatismo, il NO ALLA GUERRA è l’unico dogma che riesco ad accettare.
Non c’è da discutere.
Si potrebbe disquisire infinitamente.
Lo sto facendo da tempo, senza mai smettere di documentarmi e quindi con grande consapevolezza.
Certamente non mi faccio ingannare da quanto ci propinano quotidianamente i maggiori mezzi di informazione nazionale.
Non sopporto un’informazione veicolata a senso unico.
Adesso però è finito il tempo di stare a guardare.
È finito il tempo di assistere ad una guerra iniziata il 24 febbraio 2022.
Non è un videogame.
Adesso la guerra in Ucraina bussa alla nostra porta.
Vorrei che ognuno di noi se ne rendesse conto.
Perché solo questa piena consapevolezza può far ben sperare.
Sperare in una mobilitazione delle coscienze contrarie alla guerra.
Una mobilitazione che non deve avere confini.
So benissimo che non esiste solo la guerra in atto in Ucraina.
Al 21 marzo 2022 vi sono nel mondo ben 59 conflitti armati.
Lo riporta ACLED, una ONG specializzata in questa triste mappatura.
Africa, Asia, Europa, Medio Oriente, Americhe ne sono coinvolte.
In ognuna di queste guerre, arrivano armi e ciò significa profitti.
I principali esportatori di armi nel mondo hanno un nome.
Usa, Russia, Francia, Germania, Cina e persino Italia.
Anche se i valori sono molto diversi fra loro.
Gli Usa sono in costante aumento, il 38,6% di vendite internazionali.
La Russia il 18,6%, Francia 10,7%, Germania 4,5%, Cina 4,6%.
Anche il nostro bel Paese dovrebbe vergognarsene, con il suo 3,1%.
Papà Francesco ha il pregio di parlare con grande franchezza.
“Tutti vogliamo la pace. Ma guardando questo dramma della guerra…
Io mi domando: chi vende le armi a questa gente per fare la guerra?
Ecco la radice del male”.
Anche un grande socialista come Sandro Pertini la pensava così.
“Si svuotino gli arsenali e si riempiano i granai”.
Peccato, che anche chi ne esalta la saggezza, poi la contraddice.
Mi riferisco a chi ha condiviso la scelta di incrementare le spese militari.
Dai 25 miliardi all’anno, agli attuali 38 miliardi.
Non più 68 milioni al giorno, bensì 104 milioni. Il 2% del PIL.
Giova precisarlo, a chi parla bene, ma razzola male.
Sono i miracoli del governo Draghi.
Tutto ciò, andava detto e ricordato ad ogni italiano di sani principi.
Le mie precisazioni non sono casuali.
Dopodiché, è la guerra di oggi in Ucraina che non mi fa dormire.
Mai come ora, l’ipotesi di una possibile Terza Guerra Mondiale.
Una guerra certamente atomica e quindi letale.
È accettabile, che chi è contro la guerra stia a guardare?
Landini, segretario CGIL è contro la guerra, ovviamente.
Il 25 aprile ha fatto dichiarazioni forti ed impegnative.
Non si può lavorare per la pace, scegliendo di inviare armi.
Le forze in campo oggi sono impari.
L’Ucraina non può competere militarmente con la Russia.
E chi sostiene che L’Ucraina vincerà la guerra…
O è cieco e pazzo, oppure ha interesse che la guerra prosegua.
Secondo me gli Usa ci marciano e chi li segue è irresponsabile.
L’Ucraina potrebbe vincere questa guerra, solo con appoggio Nato.
Ma un eventuale appoggio Nato, significherebbe guerra totale.
L’Ucraina non vincerebbe nessuna guerra.
Perderemmo e moriremmo tutti.
Non è catastrofismo. Vorrei ne fossimo consapevoli.
La CGIL con i suoi oltre 5 milioni di iscritti, deve scendere in campo.
Rivolgo questo appello a Landini, ma anche agli altri sindacati.
Mi rivolgo a tutti coloro scelgano di mettere al primo posto la pace.
Mi rivolgo ad ANPI, sigle extraconfederali e partiti contro la guerra.
Non si deve pensare agli equilibri imposti dal governo Draghi.
Ogni partito va richiamato al suo senso di responsabilità.
E dato che i partiti guardano ai numeri elettorali, occorre snidarli.
Credo che in questo momento, solo la CGIL possa incidere.
La CGIL deve farsi promotore di una grande manifestazione di massa.
Un NO ALLA GUERRA oceanico e se necessario, trasversale.
Chiunque chieda uno stop alle armi e trattative ad oltranza.
So bene che tutto ciò non è semplice, ma un sindacato può tentarci.
La CGIL ha il peso e l’autorevolezza per poterlo fare.
Deve scendere in campo il mondo del lavoro.
Naturalmente, senza farsi imbalsamare da un PD che marca male.
Rivendicando autonomia, in quanto rappresentante dei lavoratori.
Landini l’ha detto bene il 25 aprile.
Adesso occorre dare gambe e coerenza a quei principi.
La situazione sta diventando di giorno in giorno, più drammatica.
Se non ora, quando?
Foto di FLY:D