Oggi, nella Grande Sala del Popolo, si tiene a Pechino la Conferenza commemorativa per il 70° anniversario dei Cinque Principi della Coesistenza Pacifica.
Era il 1954, un’epoca segnata dalle tensioni della Guerra Fredda, e nel mondo crescevano le legittime rivendicazioni di indipendenza e sovranità delle nazioni asiatiche e africane. Il 31 dicembre il primo ministro della Repubblica Popolare Cinese Zhou Enlai, durante l’incontro con la missione indiana, guidata dal suo omologo Jawaharlal Nehru, presentò questi cinque principi che avrebbero rivoluzionato l’approccio internazionale, introducendo concetti fondamentali quali il rispetto reciproco, la non aggressione e la cooperazione pacifica.
Adottati ufficialmente il 29 aprile 1954 a Pechino, questi principi includono:
1. Rispetto reciproco dell’integrità territoriale e della sovranità: Ogni nazione deve rispettare i confini e la sovranità degli altri stati, evitando qualsiasi tipo di interferenza territoriale;
2. Non aggressione reciproca: Le nazioni devono astenersi dall’uso della forza o dalla minaccia di usarla contro altri stati;
3. Non interferenza negli affari interni: Ogni nazione ha il diritto di gestire i propri affari interni senza interventi esterni;
4. Uguaglianza e mutuo beneficio: Le relazioni tra stati devono basarsi sull’uguaglianza e su vantaggi reciproci;
5. Coesistenza pacifica: Gli stati devono vivere in armonia e cooperare per la pace mondiale.
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Il motivo per il quale ancora oggi, a sessant’anni di distanza, parliamo dell’importanza di tali principi, sta nel fatto che essi hanno permesso una strada innovativa alla gestione delle controversie internazionali in piena Guerra Fredda. In un’epoca che sembrava destinata ad uno scontro inevitabile tra due sistemi sociali e politici e tra due grandi nazioni, un insieme di paesi si fece promotore di iniziative che tenevano assieme la propria legittima aspirazione all’indipendenza nazionale dal giogo coloniale con la necessità della costruzione di una architettura internazionale che preservasse la pace ed allontanasse l’incubo di uno scontro (atomico) tra grandi potenze.
Non è un caso che i Cinque Principi furono adottati ed integrati anche nella Conferenza di Bandung del 1955, che radunò i leader delle nazioni afro-asiatiche e consolidò ulteriormente il movimento dei paesi non allineati e, nel tempo, sono stati spesso citati come base per una diplomazia multilaterale pacifica, rimanendo un riferimento importante per molte nazioni che aspirano a mantenere relazioni pacifiche e cooperative.
Ancora oggi la politica estera cinese si basa su questi princìpi, sostenendo la cooperazione internazionale ed influenzando le relazioni internazionali su scala globale, a partire dalla promozione della cooperazione Sud-Sud e Nord-Sud e creando una base solida per le relazioni tra Paesi in via di sviluppo con il resto del mondo.
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Il presidente cinese Xi Jinping, che oggi terrà (ha tenuto)un atteso discorso in occasione della cerimonia commemorativa del 70 anniversario della promulgazione dei Cinque Principi della Coesistenza Pacifica, ha più volte sostenuto come essi riflettano gli obiettivi della Carta delle Nazioni Unite e sono ancora oggi un punto di riferimento essenziale della diplomazia cinese. Non importa, ha affermato più volte Xi Jinping, se un paese sia grande o piccolo, forte o debole, ricco o povero: sono tutti membri paritari della comunità internazionale ed hanno pari diritti di partecipazione agli affari internazionali. Per questo, è essenziale saper rispettare i sistemi sociali e i percorsi di sviluppo scelti indipendentemente da ciascun Paese ed opporsi all’uso di mezzi illegali per sovvertire il potere politico legittimo di altri Paesi.
Soprattutto, il presidente cinese ha sviluppato ulteriormente lo spirito dei Cinque Principi prima con il concetto della comunità umana dal destino condiviso e poi con le tre iniziative (per lo sviluppo globale, per la sicurezza globale e la civiltà globale), che forniscono una guida strategica alle relazioni internazionali della Repubblica Popolare ed una guida al mondo intero.
Il sessantesimo anniversario dei Cinque Principi della Coesistenza Pacifica rappresenta un’occasione per riflettere sulla loro importanza storica ed il contributo alle contraddizioni del mondo moderno. Nel contesto globale attuale, caratterizzato da conflitti regionali e disuguaglianze globali, i Cinque Principi rimangono una guida preziosa per la gestione delle relazioni internazionali ed offrono un modello per la risoluzione pacifica dei conflitti e la promozione di un ordine mondiale più giusto e equo.
L’autore Francesco Maringiò è il presidente dell’Associazione italo-cinese per la promozione della Nuova Via della Seta
2024-06-28