di Vincenzo Di Martino
A rendere più realistico il coinvolgimento della base aeronavale siciliana, la sentenza dal Tribunale che ha sancito la piena “legalità” del MUOS di Niscemi.
CATANIA – Dopo la riunione tenutasi lo scorso 21 luglio a Washington, alla quale erano presenti i ministri italiani di Difesa ed Esteri, Pinotti e Gentiloni, le forze armate USA si preparano a sferrare il colpo di grazia ai miliziani ISIS asserragliati a Sirte, in Libia. Tutto, naturalmente sotto l’egida dell’ ONU e su specifica richiesta del leader del governo di unità nazionale libico Fayez Serraj. Per farlo, oltre alle portaerei dislocate nel Mediterraneo e alle basi nei paesi amici del medio oriente, verranno utilizzati i velivoli a controllo remoto di tipo “Global Hawk” che, armati di missili “Hellfire”, decolleranno dalla base aeronavale di Sigonella.
I velivoli, almeno una decina, a guida telecomandata non saranno però controllati da personale di stanza in Italia ne tanto meno in Europa ma verranno guidati da militari distanti decine di migliaia di chilometri dai teatri operativi. Questi piloti, infatti, sono di stanza in un unico centro di controllo ben celato e protetto nel cuore degli Stati Uniti.
A rendere sempre più realistico il coinvolgimento della base aeronavale siciliana di Sigonella il 4 agosto scorso è venuta la sentenza dal Tribunale di Catania che ha sancito la piena “legalità” del MUOS di Niscemi, il sistema di comunicazione e controllo satellitare di proprietà della U.S. NAVY. A questo punto la forza aeronavale degli Stati Uniti ha, di fatto, il via libera ai bombardamenti in grande stile, infatti proprio dalla centrale operativa del paese siciliano verrà teleguidati i droni del tipo GLOBAL HAWK che verranno utilizzati per le incursioni e i bombardamenti in territorio libico.
E solo questione di tempo, nessuno sa quanto, ma è oramai assodato che gli USA si apprestano a fare terra bruciata intorno a Sirte per stanare i miliziani dell’ISIS e rendere più agevole l’azione di terra delle forze armate alleate, in cui potrebbero essere coinvolti anche i corpi d’elite italiani, che avranno il compito di bonificare il territorio libico dalla presenza degli uomini del califfato.
10 Agosto 2016