Il simbolo delle SS sul monumento ai caduti, Artioli (Anpi): “Atto di crudeltà”
Dopo la svastica nera sul sacrario di Camerlona, un altro pesantissimo sfregio alla memoria e ai caduti. Nella notte, infatti, è stato vandalizzato il Monumento commemorativo della strage del Ponte degli Allocchi di via Nullo Baldini. Sulle fotografie dei caduti è stato disegnato, con della vernice spray nera, il simbolo delle SS e la scritta “merde”, e ai piedi del monumento è comparsa la scritta “Ciao Artioli”, con un inquietante riferimento a Ivano Artioli, presidente dell’Anpi.“
“Questo attacco non è indirizzato solo a me, ma a tutto l’Anpi e a tutto l’antifascismo ravennate, che in città è presente con un grande gruppo unito e deciso – commenta Artioli – Un vero atto di crudeltà il fatto che sia stato scelto proprio questo luogo, in cui vennero impiccate e fucilate 12 persone per attività legate alla lotta di liberazione. Questo posto è per noi di Ravenna e della provincia un luogo dell’incontro: il 25 agosto di ogni anno teniamo una grande manifestazione cittadina che ripropone la brutalità del nazifascismo, e ci incontriamo proprio qui. Un posto molto significativo per la città e centrale per l’antifascismo”. In merito a eventuali collegamenti con l’atto vandalico di Camerlona, Artioli spiega: “Sicuramente ci sono collegamenti per atti simili in tutta la provincia: mai come quest’anno i martiri della lotta di liberazione sono stati infangati. C’è da dire che non è un discorso che riguarda solo Ravenna, ma è il paese che purtroppo sta andando verso questa strada, se non l’Europa intera”.
Il 24 agosto i vertici e gli esecutori più in vista della B.N decisero di dare una risposta memorabile all’attentato partigiano: dalle carceri furono prelevati altri antifascisti, precedentemente arrestati come il professor Mario Montanari, un giovane rappresentante dell’Azione Cattolica che aveva aderito al Partito d’Azione e faceva parte della delegazione militare del Cln, Lina Vacchi, l’operaia che aveva più volte guidato gli scioperi di quell’anno alla Callegari e per questo si era esposta fino all’arresto; Aristodemo Sangiorgi e Pietro Zotti collaboratori della stampa clandestina, Michele Pascoli, barbiere e dirigente del Pci clandestino a Ravenna, Domenico Di Janni, Augusto Graziani, Raniero Ranieri, Valsano Sirilli e Giordano Valicelli.