Il pericoloso “sistema Montante” è stato sventrato grazie alla straordinaria operazione “double face” scattata il 14 maggio scorso, condotta dalla procura e dalla squadra mobile di Caltanissetta.
Alfonso Cicero, sin dal 1996, aveva amministrato diversi enti e società pubbliche della regione siciliana. Nel 2009 aveva creduto alla “stagione della legalità” di Confindustria Sicilia, concepita a fine degli anni ‘90, osannata da tutti e poi rivelatasi un’autentica impostura finalizzata agli affari ed all’occupazione dei centri decisionali del potere, “infettando” le istituzioni con la “maschera” dell’antimafia.
Dal 2009 al 2015 denuncia il malaffare e gli intrecci perversi di cui sono intrise, da decenni, le aree industriali della Sicilia; revoca i lotti industriali e gli appalti alle imprese colluse con Cosa Nostra. Subisce gravi intimidazioni e minacce. Finisce sotto scorta. Diventa anche il bersaglio preferito di incessanti e trasversali campagne calunniose e diffamatorie finalizzate a fermarlo, delegittimarlo e isolarlo.
Il 17 settembre 2015, a seguito delle pesanti indagini a carico di Antonello Montante, già delegato per la legalità di Confindustria, si reca dai procuratori di Caltanissetta per denunciare diversi fatti inquietanti riguardanti il pericoloso “sistema” organizzato da Montante, il cosiddetto “sistema Montante”. Segnalazioni significative riscontrate dalle indagini per le quali oggi Cicero è anche teste “chiave” e parte offesa nell’ambito del processo “Montante+22”.
Il giorno dopo si dimette da presidente dell’Irsap e da ogni altro incarico pubblico rinunciando, contestualmente, alla nomina di commissario straordinario dell’ente deliberata dal governo regionale guidato dall’ex Governatore Rosario Crocetta pesantemente coinvolto nell’indagine sul “sistema Montante” insieme agli ex assessori regionali alle attività produttive Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, all’ex commissario dell’Irsap Mariagrazia Brandara e ad altri noti “colletti bianchi”, tutti legati a Montante.
Il 14 maggio 2018, a conclusione di una vasta e complessa indagine condotta dalla DDA di Caltanissetta, supportata da numerose prove e riscontri schiaccianti, scatta l’imponente operazione denominata “double face”. La squadra mobile nissena esegue gli ordini di custodia cautelare a carico di Montante e di altri “nomi eccellenti” delle forze dell’ordine e del mondo delle imprese; contestualmente notifica numerosi avvisi di garanzia a noti esponenti della politica, dei servizi segreti e della pubblica amministrazione. Gravissime le accuse di cui rispondono a vario titolo: associazione a delinquere, corruzione, accesso abusivo alla banca dati delle forze di polizia, rivelazione di notizie riservate, tentata violenza privata, finanziamento illecito e altri reati.
Montante, da sei mesi in carcere, tra i gravi fatti delittuosi, è accusato di aver costruito una fitta “rete” di spie per tenere in pugno e screditare i suoi avversari. La squadra mobile, nella sua casa a Serradifalco, scopre una “stanza segreta” zeppa di dossier su numerosi rappresentanti delle istituzioni, politici, imprenditori, burocrati e giornalisti.
La straordinaria e coraggiosa indagine condotta dalla procura e dalla squadra mobile di Caltanissetta che ha inchiodato Montante e altri 22 noti personaggi in doppiopetto, ha permesso di sventrare il tentacolare sistema costruito oltre 15 anni fa da Montante (finto paladino dell’antimafia), con la complicità di decine di “insospettabili” che hanno condizionato importanti centri decisionali del potere politico ed economico della Sicilia e non solo.
Nell’ottobre scorso, si è aperto a Caltanissetta il processo “Montante+22”, dove Cicero è anche parte civile per il grave danno subito dalla tentata violenza privata con minaccia posta in essere nel 2015 da Montante. Nel corposo atto di costituzione di parte civile redatto dal suo avvocato di fiducia, Annalisa Petitto, vengono evidenziate le gravissime ritorsioni organizzate dal “sistema Montante”, emerse dalle estese e meticolose indagini condotte dalla procura e dalla squadra mobile di Caltanissetta, finalizzate a distruggere, screditare e delegittimare Cicero sotto tutti i profili, in ogni ambito, nel tentativo di depotenziare il valore delle sue denunce contro Montante ed i suoi sodali.
Nelle scorse settimane arrivano le gravissime minacce nei confronti del presidente della commissione regionale antimafia, Claudio Fava, l’unico rappresentante politico siciliano ad essersi occupato del “sistema Montante”.
VIDEO – L’intervista ad Alfonso Cicero estratta dalla trasmissione Report di RAI3: “L’Apostolo dell’Antimafia” andata in onda il 12 novembre scorso.
Un’inchiesta giornalistica di Paolo Mondani che consigliamo di vedere su report.rai.it
28 novembre 2018