Secondo il sondaggio SWG diffuso su L’Unità per la maggioranza degli italiani il capitalismo è in difficoltà e le disuguaglianze sono insostenibili.
Maurizio Ribechini
Un sondaggio della SWG, diffuso sull’edizione del quotidiano “L’Unità” di questo 11 luglio, dimostra la grande insofferenza che una fetta sempre consistente degli italiani sta provando verso il sistema economico capitalistico per le disuguaglianze sempre crescenti che sta provocando. L’istituto di sondaggi ha posto al proprio campione statistico alcune domande. Vediamo nel dettaglio le risposte degli italiani.
Nella prima domanda veniva chiesto: “Secondo lei il modello capitalistico è…”. Il 38% degli intervistati ha detto che sta vivendo una crisi passeggera, ma che tutto tornerà come prima, il 27% ha affermato che è entrato in una crisi degenerativa è che ci sarebbe pure il rischio di una guerra mondiale, secondo il 19% il sistema è entrato definitivamente in crisi.
Nella seconda domanda veniva chiesto: “Qual è la causa della situazione attuale del sistema capitalistico?”. Il 30% ha detto che è il motivo è l’eccesso di ricchezza nelle mani di pochi, il 22% che il mercato è organizzato dai possessori di grandi ricchezze che hanno l’obiettivo di arricchirsi ulteriormente, il 20% accusa lo strapotere delle imprese multinazionali, il 9% indica lo scarso potere degli Stati e un altro 9% imputa la crisi al ruolo delle mafie e della corruzione.
Nella terza domanda è stato chiesto agli intervistati come si definiscono. E qui emerge la sorpresa: il 32% si è definito anti-capitalista, il 25% pro-capitalista, mentre un consistente 46% non si è schierato né dall’una né dall’altra parte.
In un’altra domanda è stato chiesto “Che cosa sarebbe necessario per invertire la situazione?”. Il 31% ha chiesto una nuova politica che dia maggiori poteri ai cittadini incentivando l’economia alternativa, il 20% vuole più regole per i mercati per limitare i profitti, il 14% si è espresso invece per una maggiore libertà per le imprese che vogliono investire, il 13% vorrebbe più agevolazioni alle imprese cooperative alternative e all’economia collaborativa e sociale, l’8% vuole un ruolo maggiore degli Stati.
E’ stato chiesto anche “Se dovesse guardare 10 anni avanti preferirebbe un modello economico e produttivo…”. Il 36% ha espresso la preferenza per un modello post capitalista basato su un’economia più armonica, solidale e condivisa; il 26% vorrebbe un modello comunitario basato su forme di impresa meno incentrate sul profitto, il 13% preferirebbe un nuovo capitalismo in cui le banche abbiano meno potere e gli stati più possibilità di controllo, solo il 10% vorrebbe invece un ulteriore sviluppo dell’attuale modello economico.
Insomma questi dati parlano chiari: una fetta consistente degli italiani nutre forti critiche verso il sistema economico attuale e le sue contraddizioni. Chissà se e quando a livello politico qualcuno, in Italia, proverà a dar voce a queste domande e sofferenze sociali ipotizzando magari scenari alternativi e concreti rispetto a un sistema sempre meno sostenibile.