Cari,
il cortometraggio”Ovunque Proteggi”, pochi giorni fa ha ricevuto, al festival del cinema di Cannes, il prestigioso riconoscimento ottenuto al Global Short Film Awards 2016 di New York.
Premiati Marco Piagentini, vittima-simbolo della strage e gli autori, Massimo Bondielli e Luigi Martella.
Purtroppo al di fuori della Versilia queste notizie – pur se di rilevanza internazionale – circolano poco.
Sotto tre pagine web che meritano di essere divulgate.
Ciao
Dante
Il film sulla strage approda a Cannes
Oggi la premiazione del cortometraggio “Ovunque proteggi”. Sul palco il regista Massimo Bondielli insieme a Marco Piagentini
VIAREGGIO. La vittoria a New York, il riconoscimento a Cannes: così la strage di Viareggio diventa internazionale nella comunicazione oltre che nei fatti. Visto che la Gatx, multinazionale proprietaria dei carri merce deragliata è made in Usa, e l’Europa gioca un ruolo centrale nelle inadempienze che hanno portato al disastro ferroviario da trentadue morti. Il cortometraggio “Ovunque proteggi”, firmato dai registi Massimo Bondielli e Luigi Martella, ha trionfato a New York, vincendo il Global Short Film Awards. Ed oggi il documentario prodotto dalla Caravanserraglio Film Factory riceverà la sua consacrazione a Cannes, nella giornata finale del Festival internazionale.
A Cannes saranno Daniela Rombi con il marito Claudio Menichetti (genitori di Emanuela Menichetti, morta a 21 anni dopo 40 giorni di agonia per le ustioni riportate) e Marco Piagentini con il figlio Leonardo, ed altri familiari delle vittime della strage. Sul palco, al momento della premiazione, salirà solo Piagentini insieme a Bondielli. E lì risuoneranno le parole che in tutto il mondo ricorderanno quella notte di sette anni fa, quando tutto è cambiato, ad un passo dall’estate di bimbi e mare che si è tinta in un attimo di fuoco, fumo e sangue.
«Sono questi i momenti in cui rivivi, rivedi quel giorno con gli occhi degli altri», racconta Marco Piagentini in partenza per Cannes. Marco che per tutta la vita lotterà con le conseguenze delle ustioni su tutto il corpo, ma che oggi avrà vicino a se’ il figlio Leonardo, che quella notte ha perso d’un colpo la mamma Stefania Maccioni ed i fratellini Luca e Lorenzo. Il retro della copertina del cortometraggio (disegnata da Chiara Rapaccini) c’è il disegno che Leonardo, ricoverato in ospedale dopo essere stato salvato con un intervento delicatissimo dai vigili del fuoco, consegnò all’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Oggi condivido con Leonardo questo momento», racconta suo padre, «ed è un valore aggiunto. Mio figlio oggi è vicino a me ed è l’aspetto più bello».
Perché ancora una volta i familiari delle vittime affrontano un mondo che non è il loro, un mondo che racconta storie, ma quella di “Ovunque proteggi” non è fantasia. «A Cannes – come pure in questi anni ovunque siamo andati – io, Daniela e tutti gli altri – continua Piagentini – portiamo un valore assoluto: quanto accaduto la notte del 29 giugno 2009. A quello che è successo in quelle ore, a quello che è successo alle nostre vite da lì in poi, non ci può essere smentita».
Parole pronunciate con tutta la dignità che i familiari delle vittime della strage di Viareggio hanno sempre dimostrato e dimostrano ad ogni udienza di un processo che dura ormai dal 13 novembre 2013. E che chiama in causa le responsabilità dell’intera catena di controllo e gestione del trasporto ferroviario di merci pericolose in tutta Europa. «Dopo il consiglio comunale del 9 giungo – annuncia Piagentini, che è presidente dell’associazione “Il mondo che vorrei”, nata per riunire i familiari delle vittime della strage – saremo in Regione. Ma si rende necessario anche un nuovo passaggio in Europa, perché quello che è accaduto a Viareggio sette anni fa riguarda ancora, e ancora di più, l’Europa intera». Che in dieci anni non è riuscita a prendere una decisione in materia di adozione obbligatoria dei dispostivi anti svio.
«Una tragedia avvenuta senza nessuna giustificazione di nessun genere», sono le parole del regista Mario Monicelli, il cui intervento a Viareggio, subito dopo la strage, chiude il cortometraggio. Una partecipazione
concreta, vera, sentita, forte quella di Monicelli in quei giorni. Tanto che tra le decine di migliaia di firme raccolte in quell’estate per chiedere le dimissioni di Mauro Moretti, all’epoca dei fatti ad di Ferrovie, oggi tra gli imputati per il disastro.
Donatella Francesconi
21 maggio 2016
Piagentini strega la platea di Cannes: “Io quella notte maledetta ero lì…”
Marco Piagentini in smoking con Daniela Rombi e Luigi Martella, coautore del corto
Viareggio, 23 maggio 2016 – «IO QUELLA sera ero lì…». Sono bastate queste poche, semplici parole per consentire a Marco Piagentini di catturare l’attenzione della platea internazionale dell’hotel Intercontinental Carlton di Cannes e per far calare il silenzio assoluto nella cena di gala organizzata nell’ambito del Festival del cinema. Il pubblico aveva da poco visto e applaudito «Ovunque proteggi» il documentario capolavoro di Massimo Bondielli e Luigi Martella in cui Marco, insieme a Daniela Rombi, recita da attore protagonista. Un corto premiato come miglior documentario al Global Short Film Awards di New York.Massimo Bondielli e Marco Piagentini, entrambi con un inappuntabile smoking, lo hanno ritirato sabato sera a Cannes e, nell’occasione, Marco ha potuto parlare per poco più di un minuto. Tutti col fiato sospeso a sentire le sue parole: «Io quella sera ero lì – ha esordito – e qui rappresento 32 persone scomparse per negligenza, imperizia e incuria dei massimi livelli delle Ferrovie dello Stato. Quello che avete visto è che 32 persone innocenti sono state portate via dal fuoco nelle loro case. Noi siamo gli ambasciatori di queste 32 vittime che non avevano mai girato il mondo ma che adesso cerchiamo di far conoscere al mondo».
UNA SALA che è rimasta in silenzio in attesa della traduzione in inglese e che si è poi lasciata andare in un lungo applauso. Non è facile per Marco – come mai lo era stato per Daniela Rombi – mettere in piazza i suoi sentimenti, le sue emozioni. Mentre percorreva il Red Carpet, le immagini di sua moglie e dei suoi due figlioletti, gli saranno rimbombate mille volte nella testa, proprio come raffigurato nel cortometraggio. «Per noi non è una gita di piacere. Ogni volta facciamo violenza a noi stessi – ha detto ieri Marco al rientro in Italia – E’ una fatica mentale terribile. Eravamo in un luogo che non ci appartiene, ma avevamo di fronte una platea di oltre 200 persone arrivate da tutto il mondo. L’importante per noi era rappresentare il nostro messaggio di ricerca di verità e giustizia. E’ un cammino che abbiamo intrapreso e continueremo a portare avanti».
‘Ovunque proteggi’ è difatti l’embrione narrativo del lungometraggio ‘Il sole sulla pelle’, un docu-film sulla strage del 29 giugno 2009, le cui riprese sono già cominciate sempre con la regia di Massimo Bondielli.
Festival Cannes 2016, premio come miglior corto al documentario su strage di Viareggio. “C’è la nostra vita e il nostro dolore”
Con l’inseparabile ombrello per proteggersi dal sole, Marco Piagentini, 47 anni, superstite della strage di Viareggio, domani (sabato 21 maggio) sarà a Cannes a ritirare il premio come miglior corto per “Ovunque Proteggi”, il documentario di Massimo Bondielli di cui è protagonista. Dodici minuti che tolgono il fiato e che parlano del disastro ferroviario del 29 giugno 2009 che ha fatto 32 morti. E che, a 7 anni di distanza, aspetta un giudizio in primo grado. Sfilerà sulla croisette battuta da attori e modelle, lui che, per venire a Cannes, si è fatto fare il primo smoking su misura. “E’ un ambiente che non mi appartiene, ma sono contento di portare la nostra storia fuori dall’Italia con un corto bellissimo. Per me è importante” confessa a ilfattoquotidiano.it
“Una storia universale” ha motivato la giuria del Global Short Film Festival Award. Un successo per il regista e il co-sceneggiatore Luigi Martella, che con la loro Caravanserraglio Film Factory si sono autoprodotti il corto, su cui nessuno aveva scommesso. E adesso puntano al vero sogno: finanziare dal basso il lungometraggio “Il sole sulla pelle”. Il crowdfunding è già partito ed è possibile partecipare con donazioni a partire da 10 euro.
A ritirare il premio ci saranno anche Daniela Rombi e Claudio Menichetti. I due genitori nel disastro ferroviario persero la figlia Emanuela, 21 anni, morta dopo 41 giorni di agonia. “Massimo e Luigi – ha detto Rombi, tra i protagonisti di ‘Ovunque Proteggi’ – si sono avvicinati in punta di piedi, abbiamo messo nelle loro mani la nostra vita e il nostro dolore”. “E’ una frase che ti inchioda al muro ma allo stesso tempo è una gran bellezza” commenta a ilfattoquotidiano.it Luigi Martella, autore del corto e del futuro lungometraggio.
Piagentini, padre e figlio a Cannes in ricordo di chi non c’è più
Fece 32 vittime il disastro ferroviario del 29 giugno 2009, quando un treno carico di gpl deragliò all’altezza della stazione di Viareggio, provocando un incendio che avvolse case e strade. Quella notte Leonardo Piagentini, 8 anni, fu sepolto dalla propria casa, esplosa come sotto le bombe. Ci rimase 4 ore a chiedere aiuto, finché i vigili del fuoco non lo tirarono su, in pigiama. Il video del suo salvataggio, incredibile come un miracolo, fece il giro del mondo. Il suo fratellino Lorenzo, 2 anni, morì carbonizzato nell’auto in cui i genitori lo avevano messo per fuggire. Anche la mamma Stefania, 39 anni, non ce la fece: le fiamme la raggiunsero mentre teneva in braccio l’altro figlio, Luca, 4 anni. Morirono entrambi. Marco Piagentini tornò ad abbracciare Leonardo dopo 6 mesi passati al reparto Grandi Ustionati di Padova, con la pelle bruciata al 95 per cento. Da allora sono passati 7 anni, scanditi da oltre 40 operazioni in anestesia totale e 90 udienze, alle quali Marco Piagentini ha assistito in silenzio, attento, nel cuore la rabbia e la paura per la prescrizione che potrebbe cancellare dal processo, prima ancora della sentenza di primo grado, il reato di incendio colposo. Il primo aveva 4 anni e morì in braccio a Stefania.
Nel corto, “l’algoritmo del dolore”, rivelato da ilfattoquotidiano.it 3 anni fa: “un tot di morti conviene rispetto a più sicurezza”
“Io lo dico sempre! Costa molto meno risarcire 32 familiari che investire nella sicurezza”. A parlare, in uno dei tanti cortei dei familiari ripreso nel cortometraggio, è Andrea Maccioni, il fratello di Stefania e lo zio dei piccoli Luca e Lorenzo Piagentini. Una frase dietro cui si nasconde un mondo, quello dei risarcimenti, straziante, nei freddi algoritmi che quantificano in denaro il dolore di chi sopravvive. “Bisogna calcolare l’età della vittima e la sua aspettativa di vita, il lavoro che conduceva, il lavoro dei suoi familiari, il dolore e la sofferenza soggettiva dei suoi familiari. Come afferma Andrea – spiegano gli autori del corto – oggi ad una grande impresa conviene molto di più pagare delle buone assicurazioni per risarcire gli eventuali danni causati, che investire in sicurezza. Basta un semplice calcolo: l’algoritmo del dolore”. Definiscono così quello che ilfattoquotidiano.it aveva scoperto già tre anni fa con un’inchiesta che rivelava come la Era, l’Agenzia Ferroviaria Europea, raccomandasse alle società nazionali di usare una formula matematica per capire fino a che punto conviene mettere in conto i morti (e i relativi risarcimenti), piuttosto che investire in sicurezza perché le vittime diminuiscano.
foto di Caravanserraglio Film Factory