Il governo e il Ministero dell’Interno potranno essere parti civili nell’udienza preliminare a carico di Roberto Zorzi, l’ordinovista veronese ritenuto dalla Procura di Brescia uno degli esecutori della strage di piazza della Loggia avvenuta il 28 maggio 1974. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso presentato dall’Avvocatura dello Stato alla quale non era stata notificata la fissazione dell’udienza per una ‘svista’ della magistratura. Secondo la gup Francesca Grassani, tuttavia, l’assenza era ‘ingiustificata’ perché Palazzo Chigi avrebbe dovuto essere a conoscenza di quello che era “un fatto notorio” di cui avevano parlato anche i media prima che si celebrasse. Per questo la giudice aveva estromesso il governo bocciando la richiesta di rimessione in termini, cioè di ‘rientrare’ in gioco nonostante il ritardo.
Nel ricorso alla Suprema Corte, tra gli argomenti portati c’era quello che la Presidenza del Consiglio non era tenuta a conoscere la fissazione della data dell’udienza preliminare “sulla base di due articoli di stampa locale” dal momento che “due articoli possono sfuggire non solo al lettore medio ma anche a quello più diligente”. Inoltre, nelle 43 pagine lette dall’AGI, l’Avvocatura dello Stato contestava anche la tesi di Grassani sulla non sovrapponibilità dei concetti di ‘Stato’ e ‘Presidenza del Consiglio’ che, secondo il suo ragionamento, porterebbe a considerare la Presidenza come parte danneggiata ma non offesa e quindi verso la quale non c’è l’obbligo di notifica della prima udienza. Quello in corso è un nuovo filone d’inchiesta per la Strage di Piazza della Loggia per cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Zorzi, accusato di concorso in Strage con altri tra cui Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, per “aver partecipato alle riunioni in cui l’attentato veniva ideato, manifestando la propria disponibilità all’esecuzione dell’attentato e comunque – si legge nel capo di imputazione – rafforzando il proposito dei correi”. Oggi vive negli Stati Uniti con passaporto americano e gestisce un allevamento di dobermann che ha chiamato ‘Il Littorio’. In parallelo, è in corso il procedimento a carico di Marco Toffaloni, di competenza della giustizia minorile perché all’epoca aveva 17 anni, che è già stato rinviato a giudizio. Nei giorni scorsi, la Cassazione ha respinto il ricorso per la revisione della sentenza di condanna a Tramonte, alias fonte Tritone, l’ex agente del Sid a cui era stato inflitto l’ergastolo nel 2017 per concorso nella Strage di piazza della Loggia.