di Domenico Marino
I paradisi fiscali sono un presupposto fondamentale per il perpetuarsi dell’attuale sistema economico, così come la corruzione, i monopoli, le bancarotte, la “finanziarizzazione” selvaggia, un’economia basata sull’indebitamento, la distruzione di mezzi e unità produttive, la distinzione in classi fra sfruttati e sfruttatori, la disoccupazione di massa, il dominio delle multinazionali sugli affari dei governi mondiali a discapito dei cittadini, le tasse pagate dai poveri al posto dei ricchi, l’evasione fiscale, la sublimazione della ricchezza planetaria verso l’alto (in mano a poche famiglie), le guerre imperialistiche di conquista, l’immigrazione e l’emigrazione (non le “migrazioni”, visto che gli esseri umani non sono uccelli “migranti”), la fame e le epidemie nel mondo, la polluzione, la desertificazione, i cambiamenti climatici, le trivellazioni indiscriminate sul dorso della terra e in fondo ai mari, il cibo spazzatura, il fascismo e il nazismo, il fanatismo terroristico, la criminalità organizzata, il Sionismo, gli ebrei a capo di un nuovo ordine mondiale, la “disneyzzazione” della cultura, l’asservimento totale dei mezzi di informazione e via discorrendo in altre voci terribili. Il peggio però avviene quando si cerca di curare questi tremendi effetti sintomatici ma non la malattia mortifera che li genera: il sistema capitalistico. L’utopia non è andare verso il socialismo-comunismo, cioè verso un sistema sostenibile, più a dimensione uomo e natura, che non sfrutti ma distribuisca le risorse; in vero l’utopia più subdola, sedimentata e incancrenita è quella di pensare che il capitalismo diventerà prima o poi un modello buono per tutti nonostante il peggioramento sensibile che circonda già il nostro pianeta, dal quale per ora non è prevista via di fuga….E chi di speranza campa, si sa, disperato muore.