di: Andrea Cinquegrani
Siamo alla totale follia politica.
Eccoci allo “storico” taglio dei parlamentari, invocato in modo trasversale come la medicina essenziale per guarire la politica da ogni male, per risanare le casse dello stato e garantire da oggi in poi la moralità delle istituzioni pubbliche e, soprattutto, la fine della Kasta.
Niente di più falso.
Niente di più taroccato, e gettato in pasto ai cittadini come l’inizio di una nuova era.
Niente di più atrocemente ridicolo.
Niente di più pericoloso per minare alle fondamenta quel poco che ormai resta di democrazia, quei residui brandelli rimasti sul campo.
LE CIFRE TAROCCATE
Partiamo dalle cifre e dal loro basilare taroccamento.
L’Osservatorio sulla spesa pubblica, guidato da Carlo Cottarelli, uno che di cifre se ne intende, parla di un risparmio da 56 milioni di euro derivante dal taglio del numero dei parlamentari. C’è poco da discutere.
Adesso, i numeri dati in modo trasversale da tutte le formazioni, 5 Stelle in testa, parlano di 500 milioni fino a 1 miliardo di euro.
Ma teniamoci stretti, e viaggiamo a mezzo miliardo.
C’è o no una qualche differenza tra 56 milioni e 500 milioni? Uno zero in meno o in più conta qualcosa? O siamo tra i pallottolieri e gli asini volanti?
Quale lontano e recondito senso può mai avere parlare di un risparmio da 56 milioni come essenziale per le casse pubbliche ed esemplare per dare una bella lezione alla Kasta?
Con 56 milioni si compra, al calciomercato, un mezzo campioncino, niente di più. Ma questo salva – in modo miracoloso – le nostre finanze. E tutti i poveri, magicamente, lo sono da domani molto di meno!
Da baraccone, da raduno dei 113 chiamati d’estrema urgenza davanti a palazzo di Monte Citorio.
Non risolvi alcun problema economico del Paese. Fai solo il solletico alla Kasta, quella vera. E in un sol colpo ammazzi la democrazia, o quel poco, come detto, che ne resta. Ne rimangono sul campo solo le ceneri.
E’ LA RINASCITA GRIFFATA LICIO GELLI
Ridurre il numero dei parlamentari – lo sa anche uno scolaretto delle elementari – significa ridurre la democrazia, in modo netto e diretto. Senza se e senza ma.
Del resto, proprio questo obiettivo si era posto – tra quelli prioritari – il Piano di Rinascita elaborato dal Venerabile Licio Gelli.
Adesso per un finto, sbandierato risparmio, ci tagliamo la gola, per non dire altro. Da puri manicomi, peraltro aboliti grazie alla Basaglia esattamente 40 anni fa.
Ma come fanno lorsignori a non rendersi conto (anzi, se ne rendono ben conto, ma la sceneggiata deve continuare per il popolo presunto bue) che il problema non è nel taglio del numero dei parlamentari? Ma nel taglio delle spese dei parlamentari?
Le due cose sono di senso diametralmente opposto. Se tagli il numero, uccidi la rappresentanza, la volontà popolare, la possibilità di scegliere più candidati per più seggi in parlamento: quindi decapiti la democrazia.
Se tagli le spese dei parlamentari, quindi i loro iperbolici appannaggi, effettivamente togli potere alla Kasta.
Fare il primo è da killer. Senza per un attimo pensare al secondo, vero nodo.
TAGLIO DELLE SPESE, NON DEL NUMERO
L’unica soluzione minimamente praticabile poteva essere quella di procedere prima ad una vera riforma elettorale, di cui si parla vanamente (e si capisce ora perché) da anni, decenni e si continua a vagolare come branchi di idioti dal proporzionale al maggioritario. E solo dopo passare ad altri provvedimenti: ma sempre indirizzati al taglio effettivo dei costi della politica, dei parlamentari, delle loro corti di beceri al seguito, delle ciurme di gozzoviglianti a spese dei cittadini.
Cominciare questo governo giallorosso sotto questi falsi e sdruciti vessilli è il peggio del peggio. Anche perché sono tutti, follemente, d’accordo: sinistra (c’è?), centro e destra unite nella lotta. Per spartirsi, una volta di più, forse la definitiva, la carcassa delle nostre povere istituzioni.
Last but not least. A ribadire la totale follia istituzionale di quanto bolle in pentola in queste ore, basti pensare a quanto succede in Europa. Perché non fare, come i bravi scolaretti, come fanno le principali democrazie europee, visto che ormai siamo tutti Ue doc?
Perché non parametrare numeri, cifre e compensi europei a quelli di casa nostra? Basta prendere una qualsiasi calcolatrice, un computerino qualunque; inserire i dati di tutti le nazioni europee, sul fronte dei compensi dei parlamentari; fare una bella media ed applicarla al nostro beneamato Paese. Lo stesso conto della brava casalinga per il numero dei parlamentari.
Cosa di più semplice e lineare? Come mai, invece, prevale la linea dell’omicidio scientifico, programmato della nostra democrazia? Perché ammazzare su due piedi la Costituzione?
E come mai, in questo tombale silenzio, non riecheggia una parola, una sola, del nostro Capo dello Stato, il troppo spesso imbalsamato Sergio Mattarella?
Come mai, quando la sua parola serve davvero, non si sente?
P.S. Tutto ciò detto, senza peraltro entrare in alcun gioco partitico/politico/correntizio. Né addentrarci negli arcipelaghi del cui prodest ora, oppure tra sei mesi; e nemmeno delle lotte all’interno della maggioranza (già in fase di ebollizione tellurica) tra i Conte e i Renzi fans.
Cercheremo, nei prossimi giorni, di perlustrare questi sentieri.
8 Ottobre 2019