Quanto guadagnerebbe in democrazia il nostro paese se buona parte delle forze dell’ordine venisse impiegato per andare alla causa principale dei mali che ci infonda insicurezza e malessere socio-economico?
Quanto benessere avremmo in più cadauno, e quanta delinquenza in meno, se si potenziassero e indirizzassero le forze dell’ordine sui veri responsabili dei drammi e disastri economici del nostro (e non solo) paese?
Se avessimo un servizio pubblico di queste fattezze quanti politici, ministri, manager, compromessi avremmo in meno? E, sicuramente, una mafia ridotta all’osso.
…Magari rispettando la Costituzione del 1948 che indirizzava in questo senso.
MOWA
di Laura Naka Antonelli
ROMA (WSI) – Contribuenti beffati due volte. Non solo devono versare tasse in un paese, l’Italia, in cui la pressione fiscale rimane a livelli decisamente elevati, a dispetto di quanto va dicendo il premier Matteo Renzi. Una volta versate le tasse, vengono anche derubati, a loro insaputa. Dove vanno a finire tutte le tasse che paghiamo? si chiedono i contribuenti, in una Italia che cade a pezzi. La risposta, in questo specifico caso, è: vengono rubate.
Lo scoop è firmato L’Espresso che, nel numero uscito oggi, venerdì 20 maggio, ha rivelato il nuovo scandalo tutto italiano.
“C’è chi paga le tasse e chi invece le ruba. Nell’Italia dei record dell’evasione si apre un nuovo scandalo fiscale: le tasse rubate. Tributi regolarmente pagati dai cittadini, ma spariti dalla casse degli esattori. Che non sono funzionari dello stato, ma imprese private autorizzate alla riscossione. Società con forti agganci politici e bancari, che ora sono sotto accusa a Milano”.
L’Espresso rilascia anticipazioni sui primi risultati di un’inchiesta avviata dalla Procura di Milano e della Guardia di Finanza di Lecco, da cui emerge che le tasse scomparse ammonterebbero a un valore di 150 milioni di euro. Sul banco degli imputati ci sono le tre società Aipa, Gruppo Kgs e Mazal, che si occupano soprattutto della riscossione delle entrate fiscali locali, dalle “imposte sulle affissioni alle tasse sui rifiuti”.
Dall’inchiesta emerge che milioni di tributi versati dagli italiani sono spariti in un buco nero di “spese pazze, consulenze d’oro, intrighi finanziari con obbligazioni-fantasma e perfino acquisti di ville, scuderie di cavalli e ranch all’estero, tra Botswana, California e Wyoming”.
L’Espresso rivela che a “contare i danni per le entrate perdute ora sono circa 800 comuni italiani, da Trieste a Foggia, da Genova a Trapani, Agrigento, Milano, Roma, Cagliari e molti altri centri sparsi per tutta Italia”. A proposito dei bond fantasma, sembra che venissero custoditi in una filiale di Banca Etruria.
Il settimanale snocciola anche qualche nome di faccendieri più o meno noti coinvolti nell’ennesimo scandalo italiano, o perquisiti oppure indagati che hanno già affrontato un interrogatorio. I nomi sono quelli dei principali manager delle società di riscossione, “in particolare Daniele Santucci, Luigi Virgilio e Fabio Massimo Ceccarelli, insieme all’ex sindaco di Forza Italia a Como, il commercialista Stefano Bruni, e al patron del Lecco Calcio, l’imprenditore Daniele Bizzozero”.
20 maggio 2016