Insultata, denigrata, sequestrata e poi picchiata. È la notte da incubo di Maya, giovane compagna di Torino, che ieri sera è stata fermata senza alcun motivo dalla Polizia, portata in questura e seviziata per tutta la notte.
Un normale venerdì sera torinese, da passare in centro con gli amici, magari in barba alle ordinanze municipali che sognano un centro città alcool free, poi la pattuglia che ti ferma, le provocazioni sessiste, l’arrivo dei rinforzi e, come se nulla fosse, in otto poliziotti si son messi ad “arrestare” una ragazza di 19 anni.
Otto (dico otto) agenti della Polizia di Stato che, senza dare una chiara spiegazione, fermano una ragazza, la insultano volgarmente, la terrorizzano minacciandola di privarla di ogni libertà, la caricano su di una volante e la picchiano in più occasioni.
L’arresto viene giustificato successivamente. Le Forze dell’Ordine affermano di aver riconosciuto Maya come pericolosa militante politica, attivista NO TAV e NO SFRATTI.
Robe da matti! Che però accadono…. E accadono con un’allarmante frequenza.
La criminalizzazione di ogni forma di socialità e attivismo non è una novità a Torino e il clima di repressione che ha caratterizzato gli ultimi anni, si ripropone sotto nuove vesti, nuove forme e forze.
L’Appendino l’ha detto chiaro e forte, la questura riflette nell’azione: pugno duro verso chi sogna un mondo diverso. Tolleranza zero per chi non rispetta gli schemi di ricca e sabauda sobrietà. Caccia alle streghe, in ogni strada e in ogni quartiere, per colpire chi nella crisi ha cercato di costruire socialità solidali fuori dagli schemi del mercato.
Quando poi l’azione di polizia travolge delle donne, ecco ripetersi dinamiche di violenza, scherno, pressione psicologica e fisica tipici dell’abuso sessuale. Non è la prima volta che lo diciamo e non ci stancheremo di dirlo: la Polizia abusa, violenta sessualmente, tortura e copre, con atteggiamenti omertosi, i propri agenti/stupratori.
Ora Maya è libera. Ha avuto il coraggio di denunciare l’accaduto e promette battaglia, anche grazie alla rete solidale che si è formata intorno a lei.
Ma non può finire qui…. Quanti altri compagni, quante altre ragazze e ragazzi, quanti altri outsider sono finiti e finiranno ancora tra le grinfie delle forze dell’ordine, senza avere strumenti di difesa adeguati per poter denunciare pubblicamente le sevizie della polizia? La risposta deve essere la solidarietà, assoluta ed indiscussa.
Come comuniste, vogliamo comunicare tutta la nostra fraterna solidarietà a Maya, perché chi ha compagne, non è mai sola!
Alla barbarie della questura di Torino rispondiamo tutte e tutti, per le strade e nelle piazze, con la solidarietà e la socialità che ci contraddistingue!
Le compagne e i compagni di Fronte Popolare Torino
10 giugno 2017