Grande senso di responsabilità nelle dichiarazioni del portavoce del SILP-CGIL, Daniele Tissone quando sostiene: “Solo il sindacato – infatti – può valorizzare effettivamente il lavoro di chi fa la sicurezza…” mettendo in evidenza che il Governo non può fare proclami pubblici e, poi, non realizzarli perché suonano tanto come spot elettorali infischiandosene dei bisogni di chi opera nel settore della sicurezza.
Che il Governo, quindi, apra un tavolo di trattativa sui contratti dei dipendenti pubblici, fermo da oltre sei anni, e riveda la politica occupazionale per avere un ricambio della pianta organica ormai invecchiata e favorisca le nuove generazioni ad entrare nel mondo del lavoro.
MOWA
Giubileo e sicurezza, denuncia di Tissone (Silp Cgil): “All’appello mancano 1000 poliziotti”
“Veniamo da sei anni di blocco contrattuale, la perdita salariale è evidente: c’è un blocco del turn over al 55%, due poliziotti vanno in pensione e solo uno di essi viene sostituito. Negli ultimi quattro anni abbiamo perso 5.600 agenti di polizia, 12.000 tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, con un’età media di 47 anni, sono stati ben sei negli anni di tagli con gli ultimi quattro governi”. Così il segretario generale del Silp Cgil, Daniele Tissone, interviene su RadioArticolo1 nel corso della trasmissione “Italia Parla”. In questa situazione, Roma si prepara ad affrontare il Giubileo. “Dopo anni di tagli mancano anche i giubbotti – riflette Tissone -, oggi in città sono presenti circa mille uomini in meno rispetto al Giubileo del 2000. Occorre potenziare l’organico e ne va della nostra sicurezza, quindi chiediamo al governo un impegno reale e concreto, con l’obiettivo di sederci a un tavolo e discutere su dove andranno veramente allocate le risorse”. Risorse che scarseggiano da tempo, sottolinea. “Dispiace dire che ci troviamo impreparati oggi, questo è un motivo in più per rendere il ruolo del sindacato sempre più centrale. Solo il sindacato – infatti – può valorizzare effettivamente il lavoro di chi fa la sicurezza, riconoscere i problemi del singolo poliziotto, donna o uomo che sia. I proclami del premier – in questo senso – ci tagliano fuori da un ragionamento competente e serio, sul nostro versante che è molto delicato”.
“Se è vero che questo volta vogliamo passare dai tagli agli investimenti – inoltre -, questo è un riconoscimento tardivo, perché far fronte alla minaccia terroristica, come avvenne negli anni ’70-80, significa per lo Stato spendere un impegno teso a garantire la sicurezza delle persone, ovvero un investimento in mezzi, tecnologie e uomini. In assenza di investimenti – al contrario – non si riesce a fronteggiare un rischio attuale come quello del terrorismo internazionale”.
Renzi ha promesso di estendere il bonus di 80 euro a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine. Sabato 28 novembre, intanto, i lavoratori pubblici scendono in piazza per il contratto. Così il segretario: “Come sindacati abbiamo già fatto proposte per valorizzare il lavoro di chi fa la sicurezza: la legge 183 del 2010 riconosce la specificità per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche di difesa dell’ordine, allora oltre ai proclami è necessario capire effettivamente dove vanno queste risorse. Non vorremmo che andassero solo al presidio degli obiettivi sensibili attraverso i militari: c’è bisogno di intelligence, servono maggiori investimenti anche su questo”.
25 novembre 2015