Al Parlamento Ue una ‘postilla’ Usa che minaccia le leggi su ambiente, sicurezza alimentare, mercato del lavoro
Lo hanno chiamato Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, Transatlantic Trade and Investment Partnership, il TTIP. Trattativa segreta tra Ue e Usa che stanno negoziando dal 2013. Ma un codicillo voluto dalla multinazionali Usa minaccia leggi nazionali, legalità e tutele
di Massimo Lauria
Passaggio decisivo al Parlamento europeo col voto sul provvedimento più importante sul Ttip che qualcuno cercava di far passare sotto silenzio. Una semplice ‘postilla’, un ‘codicillo’ da legulei che di fatto annullerebbe le leggi nazionali che risultassero limitative della ‘libera intrapresa’ delle voraci multinazionali statunitensi. Il trattato di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, in gran parte ancora segreto, prevede infatti una clausola di arbitrato internazionale chiamato Isds (Investor-State Dispute Settlement). Un meccanismo che consentirà agli investitori Usa di contestare e chiedere l’annullamento di leggi nazionali o europee che a loro avviso limitino la loro libertà di impresa.
Attraverso questo meccanismo gli investitori americani potranno dare battaglia su leggi -esempio- per la protezione dell’ambiente, o della sicurezza alimentare o del mercato del lavoro. A denunciare il pericolo in un documento congiunto sono tre europarlamentari italiani, provenienti da schieramenti diversi: Sergio Cofferati (eretico Pd), Tiziana Beghin (M5S) ed Eleonora Forenza (Altra Europa per Tsipras). «Siamo di fronte a una situazione pericolosa -denunciano i tre- Attraverso il meccanismo dell’Isds, le imprese americane avranno la possibilità di mettere in discussione le leggi nazionali dei Paesi Ue».
L’ipotesi non è così lontana. Alcuni investitori stranieri, infatti, hanno già invocato contro l’Italia proprio la clausola Isds in risposta ai tagli sugli incentivi al fotovoltaico. Una rogna per chiunque finisca dentro la rete, perché la gestione degli arbitrati giudiziari viene affidata a tribunali privati e non a quelli ordinari. I processi si fanno a porte chiuse e senza possibilità di appello. E se verrà condannato il nostro Paese dovrà pagare una multa milionaria, oltre che ritirare la normativa in questione.
L’Isds rappresenta un vero e proprio ricatto. Perché apre la strada a possibili ricorsi pretestuosi da parte delle grandi multinazionali statunitensi, costringendo i governi a rivedere le proprie normative in loro favore. Ma non è finita. La clausola mina la libera concorrenza creando una giurisdizione parallela a uso e consumo delle aziende estere, che godrebbero dei vantaggi dell’Isds. Mentre le imprese nazionali continuerebbero a rispondere della giustizia ordinaria.
Gli europarlamentari italiani chiedono che l’assemblea di Strasburgo rispetti la volontà dei 150 mila cittadini europei che nella consultazione pubblica di un anno fa avevano detto no alla clausola di arbitrato internazionale. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Commissione Affari Legali del Parlamento europeo. Di altro avviso, invece, i socialdemocratici Ue favorevoli alle richieste Usa. Contro l’Isds per ora si contano parlamentari francesi, olandesi, belgi, austriaci, inglesi e greci. Ma Washington ha già fatto sapere che non può esserci Ttip senza Isds.
8 luglio 2015