Ankara concede agli Stati Uniti l’uso della base aerea di Incirlik negata sino a ieri. In cambio di cosa?
La Turchia di Erdogan decide che il Califfato islamico di Al Baghdadi è anche suo nemico e dopo tanti ammiccamenti scende in guerra. Cacciabombardieri di Ankara hanno colpito obiettivi Isis oltre il confine con la Siria. In casa 290 arresti in una esibizione di forza contro jihadisti e curdi del Pkk
di Ennio Remondino
Cacciabombardieri di Ankara hanno colpito obiettivi dell’Isis oltre il confine con la Siria. La Tv di Stato afferma che quattro jet sono decollati dalla base di Diyarbakir e hanno sparato missili contro obiettivi Isis nel villaggio siriano di Havar, oltre il confine della provincia turca di Kilis. Gli aerei, insistono alla tv, non avrebbero violato lo spazio aereo siriano. ‘Nei raid sono stati uccisi almeno 35 militanti dell’Isis’. Lo riferiscono i media turchi anche se la notizia non è stata confermata da fonti ufficiali. Dei raid la Turchia avrebbe informato il regime di Assad, insistono fonti giornalistiche.
La Turchia di Erdogan, colpita in casa con la strage di Suruc, non può più sostenere l’equivoco di ieri con Isis e jihadisti in chiave anti Assad e anti curdi siriani suoi alleati. Ameno ufficialmente. E la reazione è certamente scenica, salvo verifiche successive sulla sostanza. Attacco aereo e poderoso blitz antiterrorismo con almeno 290 arrestati. Ed è qui la sostanza della decisioni di Ankara che nella gigantesca operazione di polizia salda un po’ di conti con la parte clandestina dell’opposizione curda, assieme a un po’ di jiadisti di casa ben noti da tempo. F16, elicotteri e 5mila poliziotti esibiti.
Ma la notizia chiave di oggi è un’altra. Il governo turco ha deciso di concedere agli Stati Uniti l’uso delle sue basi aeree di Incirlik e Pirinclik, al confine con la Siria, in precedenza negate per i raid della Coalizione anti Isis..Un ‘game changer’, una svolta è stata definita da Washington, concordata in una conversazione telefonica il 23 luglio tra i due presidenti. Dare avere ancora che chiarire. Usufruire di basi aeree così vicine agli obiettivi da colpire in Siria rappresenta ovviamente un vantaggio per l’aviazione americana e per le altre forze della coalizione maggiormente impegnate nel conflitto.
Cosa Obama possa avere concesso ad Erdogan in cambio, non è noto, ma lo scopriremo presto. Per ora c’è Incirlik, il vecchio avamposto Nato per sorvegliare i movimenti dell’Unione Sovietica in Medio Oriente. Durante la prima guerra del Golfo, nel 1991, e nelle fasi iniziali dell’invasione americana in Iraq del 2003. La base è stata anche utilizzata all’inizio della guerra in Afghanistan nel 2001. Secondo documenti segreti emersi da Wikileaks, Washington e Ankara l’avrebbero anche sfruttata per il trasferimento negli Stati Uniti di decine di sospettati terroristi finiti a Quantanamo.
Incirlik, ‘boschetto degli alberi di fico’, in turco, si troverebbero già sei droni predator americani pronti a prendere il volo, due dei quali armati con missili Hellfire. Ma come detto prima, il ‘dare’ turco è chiaro, ma ‘avere’? Ankara ha conti aperti con Washington sul rapporto con il governo di Assad e il sostegno alle milizie curde impegnate contro ISIS in Siria e Iraq che il governo turco, considera una spina nel fianco per la sua stabilità. Si riaffaccia la proposta di una zona cuscinetto al confine con la Siria e in suo territorio. Gestita da Ankara senza il controllo attuale delle milizie curde siriane.
24 luglio 2015