Foto: La protesta dei tassisti londinesi © La Presse
Mentre da noi, in Italia, al Senato discutono emendamenti che sembrano fotocopie di quelle proposte fatte ai tempi di Bersani (2 licenze per i tassisti) che azzererebbero il valore delle stesse a favore di grandi compagnie che rastrellerebbero le licenze per creare un monopolio oppure permetterebbero ai non aventi diritto di condurre un’auto liberalizzando, di fatto, la professione e le tariffe per costoro senza nessuna garanzia per gli utenti. In Europa e nel mondo qualcosa si muove contro quella compagnia americana tanto contrastata dai tassisti.
Un estratto da un articolo de
Più di 400 guidatori si sono radunati lunedì sera (2 febbraio) e hanno annunciato uno sciopero di 72 ore al coro “Uber ci sta uccidendo”. L’azienda aveva deciso venerdì di tagliare le tariffe del 15 per cento.
Ora sono gli autisti di Uber a scendere in strada e protestare come tassisti qualsiasi. Più di 400 guidatori si sono radunati lunedì sera davanti alla sede newyorchese dell’azienda e hanno annunciato uno sciopero di 72 ore al coro “Uber ci sta uccidendo, Uber ci sta uccidendo”. Il motivo della disputa con l’azienda di trasporto automobilistico privato attraverso app è la decisione presa venerdì di tagliare le tariffe del 15 per cento. Non basta. Gli autisti chiedono inoltre di tagliare la commissione del 10 per cento da dare alla società, in quanto “troppo alta per il servizio offerto”.
Una protesta paradossalmente sostenuta dal sindacato dei tassisti New York Taxi Workers Alliance, che ha suggerito agli autisti di Uber di sindacalizzarsi per avere più voce in capito nelle scelte aziendali e spingendoli a iniziare un dialogo con chi guida gli yellow cab perché “quando le aziende sono in guerra tra loro sono i lavoratori ad essere spremuti”, ha detto al New York Post Bhairavi Desai, il direttore esecutivo del sindacato: “La strategia di Uber è chiara, far morir di fame i loro autisti per far morire di fame di tassisti”…(continua)
Centinaia di tassisti hanno bloccato una delle strade principali del centro di Praga per protestare contro Uber. La manifestazione arriva in seguito al fallimento delle trattative tra i rappresentanti dei tassisti e quelli del comune. Gli autisti sostengono che Uber è un servizio illegale in quanto non rispetta le regole a cui invece devono sottostare i taxi tradizionali… (continua)
Una manifestazione di protesta senza precedenti: 8 mila Black Cab londinesi hanno paralizzato per un miglio, e su entrambi i lati, Whitehall, un’arteria centrale della città, a pochi passi dal Parlamento di Westminster. I tassisti chiamano in causa il governo, colpevole – a loro avviso – della mancata regolamentazione della società Uber, che offre corse a pagamento prenotabili tramite un’applicazione. Una vera e propria minaccia per la loro professione. Ma non tutti la pensano così.
Alcuni attivisti, infatti, sono pronti ad accettare la società americana purché paghi le tasse nel Regno Unito. Altri se la prendono con il governo: “Non stanno facendo niente – alla fine della giornata ci hanno lasciato soli”. Ad ogni modo, è la prima volta che cinque diversi gruppi, che rappresentano 25 mila driver della città, hanno manifestato in maniera unitaria… (continua)