da Leonardo
Corriere della Sera – Uber, maxi fusione in Cina. Il business locale passa a Didi – Una battaglia costosa e difficile da vincere. Soprattutto se dall’altra parte del campo hai un gigante che domina il mercato cinese del trasporto privato con una quota di mercato che supera l’ 80%. E hai a che fare con un Paese in cui anche i più grandi, daYahoo! a eBay fino ad arrivare a Wal-Mart, hanno deciso la ritirata. Uber mette fine alla lotta per farsi strada nel mercato cinese e firma la fusione con la rivale Didi Chuxing, colosso di Pechino specializzato nel trasporto privato (prenotazione di taxi o taxi privati, servizi di ride-sharing e di chauffeur) nato nel 2012 dalla fusione tra le rivali Didi Dache e Kuaidi Dache, controllate rispettivamente da Tencent e Alibaba.
In base all’accordo, Didi rileverà il business di Uber China e gli investitori in Uber China riceveranno una quota del 20% in Didi. Dal canto suo Uber riceverà una partecipazione del 5,89% e avrà «interessi economici» equivalenti al 17,7%. Non solo: l’azienda cinese investirà anche un miliardo di dollari nelle attività globali della società di San Francisco. Secondo il magazine Caixin , pur in assenza di dati finanziari certi, il valore totale di Didi Chuxing a fusione ultimata sarà di 35 miliardi di dollari, con Uber socio principale.
«Il nostro sforzo in Cina è stato uno dei più grossi dal punto di vista imprenditoriale — ha scritto in un’email ai dipendenti del team cinese Travis Kalanick, cofondatore di Uber —. Nel 2014 il nostro era un giovane business americano che cercava di entrare in un Paese dove la maggior parte delle aziende Internet Usa aveva fallito».
Lo sforzo è durato due anni, due anni in cui Uber è arrivato in sessanta città cinesi (contro le 400 coperte da Didi) investendo nel Paese circa due miliardi di dollari. L’idea di una fusione, a quanto pare, era già stata discussa da Kalanick in un incontro a Pechino con il fondatore di Didi Cheng Wei. Ma, fallita la trattativa, ne era seguita invece un’intensificarsi della lotta con una battaglia di raccolta fondi che aveva visto Uber raccogliere 3,5 miliardi di investimenti dal Fondo saudita Yasir Al Rumayyan e Didi 7,3 miliardi di dollari di cui 1 miliardo consegnato direttamente da Apple. Una mossa, quest’ultima, che ha spiazzato Uber soprattutto dopo le parole di Tim Cook, amministratore delegato di Cupertino che ha promesso nella società cinese un investimento «strategico».
A Didi, in base ai termini dell’intesa, passeranno brand Uber China e suoi dati, mentre la holding Usa avrà il 17,7% delle azioni della nuova compagnia e un ulteriore 2,3% sarà dato agli altri soci di Uber China, come il motore di ricerca Baidu. I due fondatori, Cheng Wei e Travis Kalanick, entreranno nei board delle compagnie ex rivali. Ma qualcosa potrebbe cambiare anche negli Stati Uniti dove Didi è un investitore di Lyft, principale rivale di Uber in Usa. Tanto che le due società hanno collegato le due applicazioni e i clienti Didi possono automaticamente accedere a Lyft una volta che sono in viaggio negli Stati Uniti. Un corto circuito su cui Uber e Didi, da ex rivali, dovranno cominciare a ragionare.
2 agosto 2016