Francesco Ciotti
Intanto continua la guerra di logoramento fino all’ultimo ucraino mentre l’Europa sprofonda economicamente
Dopo i risultati del vertice Nato di Madrid avvenuto lo scorso 29-30 giugno, ieri l’ufficio stampa del consiglio di sicurezza russo ha commentato l’esito del meeting.
“Gli esperti del Consiglio di sicurezza russo hanno indicato l’aumento degli sforzi della NATO volti a creare minacce militari dirette alla Russia“, ha riportato, a seguito di una riunione del gruppo del Consiglio di sicurezza sui problemi globali e la sicurezza internazionale.
Il vertice di Madrid “ha dimostrato”, ha continuato il comunicato, “che l’alleanza del Nord Atlantico continua a essere un meccanismo per imporre gli interessi degli Stati Uniti all’Occidente collettivo”.
La riunione è stata presieduta dal vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo Alexander Venediktov e secondo il quotidiano Ria Novosti presto saranno elaborate proposte che dovrebbero poi essere esaminate dalle agenzie governative.
Una chiara risposta alle linee guida del nuovo concetto strategico dell’Alleanza Atlantica, varato proprio durante il summit di giugno: leggendo le altre righe del documento, la Nato, lungi dall’essere ancora considerata un’alleanza di tipo difensivo, viene descritta come una vera e propria macchina protagonista nella guerra mondiale globale.
Nella sezione dedicata ai compiti principali viene sottolineato come “In un ambiente di competizione strategica”, sarà rafforzata la “consapevolezza globale al fine di scoraggiare, difendere, contrastare e interdire in tutti i domini e in tutte le direzioni” e che la posizione di deterrenza e difesa della NATO “si basa su una appropriata combinazione di capacità di difesa nucleare, convenzionale e missilistica, integrate da capacità spaziali e da capacità informatiche”.
In sostanza nel nuovo Strategic Concept si spiega che sarà rafforzata in modo significativo “la posizione di deterrenza e difesa per negare a qualsiasi potenziale avversario ogni possibile opportunità di aggressione”, senza escludere questa volta nemmeno l’utilizzo del nucleare:
“Le circostanze in cui la NATO potrebbe dover utilizzare armi nucleari sono estremamente remote… L’Alleanza ha le capacità e la determinazione per imporre a un avversario costi che sarebbero inaccettabili e che supererebbero di gran lunga i benefici che qualsiasi avversario potrebbe sperare di ottenere”.
Il drammatico cambio di passo è già evidente dalle truppe dispiegate in Europa: alla fine dello scorso anno, erano circa 5.000 i soldati della NATO inviati a rotazione nelle Repubbliche Baltiche e in Polonia. Oggi sono circa 100.000 i militari statunitensi messi in stato di massima allerta per rinsaldare il fianco est dell’Alleanza, con 40.000 unità direttamente sotto il comando della NATO e relativo supporto aereo e navale. Al termine del vertice di Madrid, il numero di unità armate dovrebbe salire addirittura a 300.000, schierabili in qualsiasi momento, e con un contributo italiano che secondo il premier Draghi può arrivare fino a 8.000 uomini.
Continua la guerra di logoramento fino all’ultimo ucraino
La sottile linea rossa che ci avvicina alla terza guerra mondiale si fa sempre più vicina, mentre in Ucraina il conflitto prosegue a bassa intensità e vede un popolo intero sacrificato sull’altare dei mercanti delle armi, con sempre meno speranze di mantenere una sua integrità territoriale nel prossimo futuro.
A lanciare l’allarme si è aggiunto questa volta il tenente colonnello statunitense Daniel Davis, che in un articolo per il quotidiano 19FortyFive, ha affermato come le pesanti perdite delle Forze armate ucraine (AFU) privano Kiev dell’opportunità di organizzare una controffensiva e se queste continueranno, le forze armate crolleranno rovinosamente.
“È difficile sopravvalutare i danni arrecati all’esercito ucraino. Da metà aprile, l’Ucraina ha perso più di 1.000 persone ogni giorno nel Donbass, avendo perso migliaia dei suoi migliori combattenti nelle battaglie per Mariupol. La maggior parte di queste vittime sono tra i soldati più esperti e più forti. Coloro che prendono il loro posto spesso non hanno nemmeno la formazione più elementare“, ha scritto Davis.
Dello stesso avviso è Daniil Bezsonov, primo Vice Ministro dell’Informazione della Repubblica popolare di Donetsk, il quale ha affermato martedì su Solovyov Live che non ci sono più soldati ucraini professionisti nel Donbass, e più di 10.000 persone sono catturate delle forze alleate.
Il quotidiano Daily Mail in data 10 luglio ha riferito che le forze armate di Kiev stanno perdendo fino a 20mila soldati ogni mese.
Per il consigliere del leader della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR) Igor Kimakovsky, che ha parlato martedì al canale televisivo Channel One, le truppe filorusse sono inoltre pronte a prendere il controllo del territorio della repubblica entro fine agosto.
“Il personale della Milizia popolare e tutte le unità delle forze speciali di tutti i nostri servizi di sicurezza sono pronti per questo”, ha affermato, sottolineando che le unità operative stanno usando la tattica dell’accerchiamento operativo.
L’esercito russo nel frattempo, secondo la CNN che cita funzionari ucraini, sta schierando forze aggiuntive sul fianco meridionale, rafforzando le sue posizioni nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.
Martedì, vicino a Nikolaev, secondo il ministero della Difesa russo, l’aviazione di Mosca ha distrutto un battaglione di artiglieria della 59a brigata di fanteria motorizzata dell’Ucraina vicino a Nikolaev, provocando perdite tra personale ed equipaggiamento militare che avrebbero “superato il 70 percento”.
L’Europa sprofonda sotto il peso delle contro-sanzioni
A seguito dell’annuncio da parte di Gazprom, della riduzione del flusso di gas a 33 milioni di metri cubi lungo il North Stream 1, che equivale al 20 per cento della capacità della linea, il FMI ha abbassato le sue previsioni di crescita per l’economia dell’Eurozona per il 2023 all’1,2% dal 2,3%. Pertanto, rispetto al rapporto di aprile, le aspettative del FMI sono peggiorate rispettivamente di 0,2 e 1,1 punti percentuali. Ora la previsione di crescita economica in Germania per il 2022 e il 2023 è rispettivamente dell’1,2% e dello 0,8%, per la Francia – 2,3% e 1%, per l’Italia -3% e 0,7%, per la Spagna infine – 4% e 2%.
Uno scenario, quello che si prefigge, di un’Europa prossima al baratro economico, ma funzionale come futuro campo di battaglia per lo scontro finale tra la Nato e la Russia.