L’ironia italiana dei tempi ‘craxiani’ col titolo ‘Scatta l’ora legale, panico tra i socialisti’, o Tognazzi capo BR
Attivisti filopalestinesi hanno distribuito migliaia di copie di una finta edizione del New York Times per criticare il modo in cui il quotidiano segue il conflitto tra Israele e Palestina. Copie del finto New York Times quasi identiche all’originale, come in Italia col Male e Cuore
di Ennio Remondino
Migliaia di copie di una finta edizione del New York Times, perfette nei caratteri e grafica, sono state distribuite da attivisti filopalestinesi per New York a criticare il modo in cui il quotidiano segue il conflitto tra Israele e Palestina. Come fu in Italia con la satira del ‘Male’ e di ‘Cuore’. Qui sotto un esempio.
Il testo dell’editoriale fortemente autocritico, intitolato “Ripensare la nostra copertura del 2015 del conflitto israelo-palestinese”, è stato pubblicato anche online, anche se ora il sito è irraggiungibile. Peccato. Chi lo avesse da parte lo rilanci. Ma ecco alcune delle denunce della protesta creativa.
Tra il settembre e l’ottobre del 2015, diciotto titoli del New York Times hanno descritto i palestinesi come istigatori di violenza, mentre in nessun titolo gli israeliani sono stati descritti come tali.
Negli articoli si è parlato di violenza palestinese 36 volte e della violenza di Israele solo due volte. Per 42 volte è stata usata la parola ‘terrorista’ per descrivere i palestinesi, ma solo una volta per descrivere un israeliano.
E poi: nell’ultimo anno e mezzo un numero sproporzionato di notizie era concentrato sulle dichiarazioni del governo e dei cittadini israeliani, mentre solo una piccola frazione ha ascoltato le voci di palestinesi. Le vittime israeliane erano chiamate per nome molto più spesso di quelle palestinesi.
Nel dare la notizia del finto New York Times, il quotidiano israeliano Jerusalem Post ha cercato di identificare gli autori della parodia, senza riuscirci, ma ha saputo che si tratta di militanti del movimento Boycott, Divestment and Sanctions. Anche il sito di Internazionale, come altri giornali in giro per il mondo, inizialmente ha pubblicato la notizia dell’autocritica del New York Times credendo fosse vera.
Uno degli autori della parodia, raggiunto dal Jerusalem Post, ha detto che “il New York Times, una delle principali fonti di notizie negli Stati Uniti e nel mondo, ha il dovere nei confronti dei suoi lettori di fornire un’informazione equa, equilibrata e basata sui fatti”.
Il modo in cui il New York Times segue il Medio Oriente e il conflitto tra Israele e Palestina è da tempo al centro di polemiche. Proprio di recente il quotidiano statunitense ha pubblicato una rettifica riconoscendo che un articolo sull’espulsione di palestinesi dalle loro abitazioni a Gerusalemme Est forniva “in diversi casi una descrizione incompleta delle dispute legali”.
3 febbraio 2016