Luca Grossi
Due comici russi hanno “bucato” l’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi e hanno incastrato in uno “scherzo” la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nonché membro del G7. In una telefonata di ben 13 minuti la premier ha svelato la sua vera posizione in merito alla guerra in Ucraina: “Vedo molta stanchezza, devo dire la verità, da tutte le parti. Potremmo essere vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita”.
L’episodio è avvenuto il giorno 18 settembre.
La telefonata è stata poi pubblicata sulla piattaforma canadese Rumble e rilanciata dalle agenzie russe Tass e Ria Novosti il giorno dopo in cui il ministro della Difesa Shoigu auspicava un Paese pronto a rompere il fronte occidentale.
Spacciandosi per un politico di alto rango di un Paese africano, i due comici russi si sono lamentati del fatto che l’Africa non possa chiedere aiuto alle organizzazioni europee, perché “tutti i soldi della Ue vanno all’Ucraina”.
Giorgia Meloni si è detta d’accordo commentando che “il problema è trovare una soluzione che sia accettabile per entrambe le parti, senza violare il diritto internazionale. Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma sto aspettando il momento giusto per provare a presentare queste idee”.
“Non sta forse andando come ci si aspettava”, ha detto la premier riguardo all’offensiva Ucraina.
Ma “tutti capiscono – ha detto – che il conflitto potrebbe continuare per molti anni se non cerchiamo di trovare una via d’uscita. Il problema è quale sia la soluzione accettabile per entrambi senza aprire nuovi conflitti. Lei sa che cosa penso della Libia… Ne potremmo discutere per ore, amico mio, di quello che è successo. Forse qualcuno capisce che la situazione lì adesso non è migliore”.
Meloni, mantenendosi cauta, ha poi aggiustato il tiro dicendo che comunque gli ucraini “stanno facendo quello che devono fare e quello che è giusto fare. E noi stiamo cercando di aiutarli”.
La presidente del consiglio si è anche lamentata del flusso costante di migranti africani: “La situazione è piuttosto complicata: dall’inizio dell’anno sono arrivate più di 120mila persone, soprattutto dalla Tunisia. La situazione è molto difficile su tutti i fronti, la situazione umanitaria, la situazione logistica, la situazione della sicurezza. E penso che questo flusso possa aumentare a causa della situazione che si sta sviluppando in Africa, soprattutto nel Sahel”.
“L’Europa per molto tempo ha pensato di poter risolvere il problema lasciando sola l’Italia“, ha detto. “Quello che non capiscono è che è impossibile. La portata di questo fenomeno colpisce, secondo me, non solo l’Unione Europea, ma anche le Nazioni Unite. Ma il problema è che agli altri non interessa. Non hanno risposto al telefono quando li ho chiamati. E sono tutti d’accordo sul fatto che l’Italia deve risolvere da sola questo problema. Questa è una posizione molto stupida”.
E ha poi ribadito: “La Ue dice di capire. Ma quando chiedi loro di stanziare fondi, di aiutare, diventa più difficile, devo dire la verità”.
Il discorso si è poi spostato verso la ‘questione’ francese: Parigi “sta spingendo un po’ per qualche tipo di intervento (in Niger, ndr), ma sto cercando di capire come possiamo sostenere diplomatici sforzi. Dobbiamo stare attenti”. E poi ha aggiunto: i francesi “hanno priorità diverse in Niger”, visto che il Paese abbonda di uranio e altri minerali. “Il loro punto di vista è diverso dal mio. Per questo diciamo loro che dobbiamo evitare situazioni che potrebbero creare più problemi di quelli che già abbiamo”.
Dopo numerose richieste di commento Palazzo Chigi ha pubblicato una nota: “L’Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell’Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il Presidente Meloni”.
Ora qualche testa potrebbe saltare. La premier ha incolpato il suo ufficio: “Mi hanno passato la chiamata…”. A saltare potrebbe essere Luca Ferrari, Fabrizio Bucci o Agostino Palese, oppure la dipendente del suo ufficio responsabile della telefonata.