Si insiste su tutte le testate giornalistiche, sia di carta che in rete, (un esempio qui sotto) per la candidatura di Romano Prodi al Quirinale ma si tace sulla sua vera “natura” politica: ovvero uomo di quei poteri forti che hanno rovinato mezzo mondo.
Infatti, Prodi è tra gli appartenenti al Club Bilderberg che iniziò diversi anni or sono a fare politiche di privatizzazione dei beni pubblici ed, oggi, si vedono gli effetti.
Quel Bilderberg, si diceva, che il magistrato Ferdinando Imposimato ha definito responsabile, anche, di stragi pur di “stabilizzare” a loro favore paesi con democrazia consolidata (Italia compresa).
Imposimato dichiara, tra l’altro, nel suo libro (mai denunciato da nessuno) di: “… aver trovato un legame tra il Bilderberg e la strategia della tensione italiana [come ndr] fu il magistrato Emilio Alessandrini, ucciso nel 1979 da un gruppo terroristico di estrema sinistra contiguo alle Brigate Rosse, Prima Linea” … “Il 27 febbraio 1972, Alessandrini fu assegnato con Gerardo D’Ambrosio al processo sulla Strage di Piazza Fontana. […] Oltre a Piazza Fontana, Alessandrini era stato molto impegnato nella lotta al terrorismo, soprattutto quello legato agli ambienti della destra estrema e della sinistra militante. Nell’ambito di queste indagini, arrivò a scoprire alcune attività di depistaggio del Servizio Informazioni Difesa, [… ovvero i servizi segreti militari istituzionali italiani…]. Alessandrini collegò il SID […] ad alcune azioni terroristiche di ispirazione neofascista. Alessandrini, al momento dell’omicidio, stava lavorando per creare un pool antiterrorismo che raccogliesse magistrati da diverse procure, per coordinare meglio il lavoro. Già il 13 settembre 1978 durante un’irruzione nell’appartamento in Via Negroli del terrorista Corrado Alunni, era stata rinvenuta una scheda su Alessandrini: quel tipo di scheda, nel quale venivano raccolti tutti gli elementi necessari a organizzare un agguato, era in genere il primo passo verso un’azione violenta. La scheda era tanto dettagliata che Alessandrini sospettava fosse stata fornita dagli stessi servizi segreti”.”
Sarebbe inconcepibile politicamente chiedere di risistemare l’Italia dandola in mano, oltretutto con la più alta carica dello Stato, ad un componente di siffatta struttura.
Non vi sembra?
Non sono bastati gli appartenenti del Bilderberg come Mario Monti, Enrico Letta ecc. (in fondo una lista di persone che hanno partecipato) dell’esclusiva struttura?
Smascheriamo quel finto buonismo di costoro che in realtà nascondono ben altro e di orribile…
Cominciamo con il non assegnare cariche di prestigio e di rappresentanza pubblica.
Si comincino a fare nomi e cognomi dei responsabili del declino e ci si organizzi politicamente per non fare la fine delle “opposizioni” odierne che tutto hanno fuorchè una visione d’insieme sul come debellare le organizzazioni multinazionali che depredano gli Stati.
MOWA
Prodi al Quirinale, il punto della situazione dopo l’incontro tra Renzi e l’ex premier
da Francesco Di Matteo
Prodi al Quirinale tra rumors e smentite al momento resta la principale strada seguita da Renzi per la successione di Napolitano. Ieri lungo incontro tra il premier ed il professore.
La battaglia per il Quirinale sta per entrare nel vivo, visto che, con ogni probabilità, il Presidente Napolitano dovrebbe dimettersi tra la fine di dicembre e l’inizio di Gennaio. E in tal senso va analizzato l’incontro tra Renzi e Prodi di ieri, un incontro durato oltre due ore e che, ufficialmente, ha visto come argomenti esclusivamente temi di politica internazionale: dall’Ucraina alla Libia, dall’Europa all’ISIS.
Prof. ufficialmente “non disponibile”
Prodi, infatti, nonostante ufficialmente dice di non essere disponibile a ricoprire la più alta carica dello Stato e di preferire di “girare il mondo per questioni internazionali”, ci spera davvero.
Dopo la delusione dell’anno scorso, quando la pessima gestione della questione Quirinale portò alla rielezione di Napolitano e all’abbattimento delle candidature di Marini e Prodi, Renzi non intende fare la stessa brutta figura dell’allora segretario Bersani e si porta avanti con il lavoro.
Il premier sa che Prodi potrebbe essere un valido nome di unione tra le varie anime del PD, raccogliendo possibili consensi anche da SEL e da una parte dei grillini. Ma la strada è ancora, lunga, e comunque Renzi sembra aver chiarito al Professore che non è lui la prima scelta. La prima scelta, infatti, resta un candidato bipartisan da concordare con Berlusconi. La priorità per Prodi, invece, è non essere bruciato come nel 2013, quando in 101 ridicolizzarono il partito, il suo segretario e lo stesso Prodi.
Prodi al Quirinale? Ieri incontro chiarificatore Renzi-Prodi
L’incontro con Prodi, comunque, è servito a molto più che un semplice sondaggio di disponibilità. Innanzitutto l’incontro è stato chiarificatore, distendendo i rapporti trai due: ora Prodi sa cosa lo aspetta e Renzi è pronto ad abbandonare il centrodestra in caso di impasse in Parlamento, quando sarà il momento.
Di sicuro l’incontro invia un messaggio a Berlusconi, non indispensabile per concordare un candidato al Quirinale e che deve assolutamente uscire dalle posizioni oltranziste e di chiusura. Su Prodi, infatti, Forza Italia ha posto un forte veto e difficilmente accetterà la sua candidatura, ma l’incontro mette pressione sull’ex premier, ora incaricato e obbligato a fare il primo passo verso Renzi e il PD per concordare un nome che non sia quello del Professore (Giuliano Amato?). Un messaggio forte arriva anche alla minoranza PD, cioè il messaggio che Renzi non accetta ricatti dai dem e, anzi, incontra di propria iniziativa le persone proposte da loro per anticiparli e obbligarli, nel caso, a votare.
Il fratello di Romano “Sarebbe un ottimo presidente”
A favore di Prodi parla anche Vittorio, il fratello, ex europarlamentare che dice che “Romano sarebbe un ottimo Presidente”. “Il PD di oggi è un partito che si inserisce in un’ambiente neoliberista, ma dovrebbe riprendere la concezione di comunità de L’Ulivo e abbandonare la concezione di partito leaderistico che ha adottato oggi”. La questione Quirinale sta per entrare nel vivo, e mentre il Paese aspetta l’ufficialità delle dimissioni di Napolitano la politica lavora incessantemente alla ricerca di un nome valido e condiviso.
Francesco Di Matteo
16 dicembre 2014
* Di seguito la lista degli italiani che hanno partecipato in passato ad almeno una riunione del Bilderberg e le cariche che presiedevano.
AGNELLI GIOVANNI, presidente Gruppo Fiat
AGNELLI UMBERTO, presidente Gruppo Fiat
AMBROSETTI ALFREDO, presidente Gruppo Ambrosetti
BERNABE’ FRANCO, ufficio italiano per la Ricostruzione nei Balcani
BONINO EMMA, membro della Commissione Europea
CANTONI GIAMPIERO, presidente Bnl
CARACCIOLO LUCIO, direttore Limes
CAVALCHINI LUIGI, Unione Europea
CERETELLLI ADRIANA, giornalista, Bruxelles
CIPOLLETTA INNOCENZO, direttore generale Confindustria
CITTADINI CESI GIANCARLO, diplomatico Usa
DE BENEDETTI RODOLFO, Cir
DE BORTOLI FERRUCCIO, Rcs libri
DE MICHELIS GIANNI, ministro degli Affari Esteri
DRAGHI MARIO, Direttore del ministero del Tesoro
FRESCO PAOLO, presidente Gruppo Fiat
GALATERI GABRIELE, Mediobanca
GIAVAZZI FRANCESCO, docente Economia Bocconi
GRUBER LILLY, giornalista La7
LA MALFA GIORGIO, segretario nazionale Pri
LETTA ENRICO, vicesegretario Partito Democratico
MARTELLI CLAUDIO, deputato – ministro Grazia e Giustizia
MASERA RAINER, direttore generale Imi
MERLINI CESARE, vicepresidente Council for the United States and Italy
MONTI MARIO, Commissione Europea
PADOA SCHIOPPA TOMMASO, Bce Banca Centrale Europea
PASSERA CORRADO, Banca Intesa
PRODI ROMANO, presidente Unione Europea
PROFUMO ALESSANDRO, Credito Italiano
RIOTTA GIANNI, editorialista La Stampa
ROGNONI VIRGINIO, ministro della Difesa
ROMANO SERGIO, editorialista La Stampa
ROSSELLA CARLO, editorialista La Stampa
RUGGIERO RENATO, vicepresidente Schroder Salomon Smith Barney
SCARONI PAOLO, Enel Spa
SILVESTRI STEFANO, Istituto Affari Internazionali
SINISCALCO DOMENICO, direttore generale Ministero Economia
SPINELLI BARBARA, corrispondente da Parigi – La Stampa
STILLE UGO, Corriere della Sera
TREMONTI GIULIO, ministro dell’Economia
TRONCHETTI PROVERA MARCO, Pirelli Spa
VELTRONI VALTER, editore L’Unità
VISCO IGNAZIO, Banca d’Italia
VITTORINO ANTONIO, Commissione Giustizia Ue
ZANNONI PAOLO, manager gruppo Fiat