#Venezuela Alle 3 del pomeriggio lo show è finito, l’ennesimo fallimento della destra golpista, fascista, filostatunitense latinoamericana si è compiuto.
Poco a poco vengono a galla gli stracci con cui si cercava di “far cadere Maduro”.
Cominciamo con i numeri: i militari golpisti che hanno chiesto (e subito ricevuto) asilo nella ambasciata brasiliana sono 25 (venticinque). I numeri biblici degli ipotetici disertori si riducono a 25, in pratica si è cercato di fare un colpo di stato con 25 persone…
Altro dato è la codardia dei “condottieri” su cui possono fare affidamento i golpisti. Leopoldo Lopez si è rifugiato nella ambasciata cilena di Caracas con la moglie Lilian Tintori, e di Guaidó, che ha abbandonato il luogo degli eventi quando la situazione cominciava “a scaldarsi”, non si hanno notizie.
Sul ponte dove erano “asserragliati i rivoltosi” sono rimasti alcuni scatoloni con proiettili e banane abbandonati dalle valorose truppe in precipitosa fuga.
Gli Stati Uniti, che di colpi di Stato sono professionisti, rendendosi conto della poca affidabilità dei propri amici golpisti venezuelani, hanno tenuto un basso profilo durante tutta la giornata.
Tra i pochi ad aver fatto l’ennesima figura ridicola, il “nostro”, nel senso di italiano, Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo che sin dai primi minuti ha twittato felice in appoggio ai golpisti, anche di lui non si hanno notizie, ci penseranno gli elettori il 26 maggio a castigarlo.
Caracas 30 – 04 – 2019