IL PROFESSORE E FILOSOFO GIANNI VATTIMO ADERISCE ALLA CAMPAGNA #UnblockCuba PORTATA AVANTI IN ITALIA DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA.
Gianni Vattimo è un filosofo, accademico e politico italiano.
Tra i massimi esponenti della corrente postmoderna, è teorizzatore del pensiero debole.
In passato ha aderito alla campagna per la liberazione dei Cinque cubani ingiustamente detenuti negli Stati Uniti.
LA BANDA BASSOTTI FAMOSA BAND ROMANA ADERISCE ALLA CAMPAGNA #UnblockCuba PORTATA AVANTI IN ITALIA DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA.
La Banda Bassotti nasce nel 1981 nei cantieri romani dove un gruppo di ragazzi inizia a organizzare iniziative di solidarietà nei confronti di popoli oppressi come quello palestinese, quello nicaraguense o quello salvadoregno con la costruzione di scuole e alloggi. Nel 1987 i ragazzi decidono di formare all’interno di questa “Brigata di Lavoro”, una band musicale che si ispirasse ai grandi gruppi punk rock e ska socialmente impegnati.
FIORELLA MANNOIA ADERISCE ALLA CAMPAGNA EUROPEA #UnblockCuba PORTATA AVANTI IN ITALIA DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA.
Ricordiamo anche la sua adesione in passato alla campagna italiana per la liberazione dei Cinque cubani detenuti ingiustamente nelle prigioni statunitensi
Fiorella Mannoia (Roma, 4 aprile 1954) è una cantante italiana.
Inizia la sua carriera nel 1968, distinguendosi nel panorama musicale italiano per il suo timbro vocale particolare e per le interpretazioni di pezzi di altri artisti. Ha calcato il palco del Festival di Sanremo cinque volte, riuscendo ad aggiudicarsi due volte il Premio della Critica. Nel 1992 riceve il Telegatto di TV Sorrisi e Canzoni alla manifestazione Vota la voce. È la terza artista con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con sei Targhe Tenco al suo attivo, a pari merito con Ivano Fossati e Fabrizio De André, che la rendono la cantante femminile con il maggior numero di premi vinti in questa manifestazione.
Il 2 giugno del 2005 viene nominata Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e poi nel Benin viene insignita del titolo di “Cavaliere dell’Ordine del Consiglio Mondiale del Panafricanismo”. La cantante è stata premiata per aver contribuito a far conoscere in Italia la figura del leader politico Thomas Sankara e per la vicinanza al popolo e alle donne africane. Oltre alla carriera di cantante, ha avuto anche varie esperienze a livello recitativo.
ANGELO D’ORSI SCRITTORE E PROFESSORE UNIVERSITARIO ADERISCE ALLA CAMPAGNA EUROPEA #UnblockCuba PORTATA AVANTI IN ITALIA DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA.
ANGELO D’ORSI professore ordinario di Storia delle dottrine politiche prima presso la Facoltà di Scienze Politiche, poi presso il Dipartimento di Studi Politici, infine presso il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, ha in precedenza insegnato all’Università Statale di Milano e in quella del Piemonte Orientale, sede di Alessandria e nell’Università della Valle d’Aosta, anche se era già incardinato nell’ateneo torinese. Ha cessato l’insegnamento il 31 ottobre 2017. Si è occupato di militarismo e pacifismo, di nazionalismo, di futurismo e di fascismo, di nuove guerre, di intellettuali italiani ed europei in età contemporanea, e soprattutto di Antonio Gramsci. Ha lavorato molto anche nei settori della metodologia storica e della storia della storiografia.
Ha insegnato in atenei stranieri, in particolare in Francia e in Brasile. Ha tenuto e tiene conferenze in varie sedi istituzionali e no, in Italia e fuori.
Fa parte di diversi comitati scientifici di riviste e ha fondato alcune collane editorialli e alcuneriviste: Nuova Sinistra. Appunti torinesi (1971-1974), Nuvole (1991, da cui poi si è allontanato), Quaderni di Storia dell’Università di Torino (1996-2001), Historia Magistra. Rivista di storia critica (2009-in corso), Gramsciana. Rivista internazionale di studi su Antonio Gramsci (2015-in corso). Ha inoltre fondato FestivalStoria (2003, 1ª edizione 2005). Ha collaborato con diverse testate giornalistiche (Il Sole 24 ORE, Corriere della Sera, La Stampa, Quotidiano dei lavoratori, il Fatto Quotidiano).
Scrive per MicroMega, edizione cartacea e on line, il manifesto e occasionalmente per altre testate, su carta o elettroniche. Ha un blog personale chiamato “Istruitevi, Agitatevi, Organizzatevi”.
ULDERICO PESCE, ATTORE E REGISTA TEATRALE ITALIANO, ADERISCE ALLA CAMPAGNA EUROPEA #UnblockCuba PORTATA AVANTI IN ITALIA DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA.
Ulderico Pesce, si diploma attore all’Istituto nazionale del dramma antico di Siracusa, poi regista presso la Scuola d’Arti Drammatiche di Mosca diretta da Anatolij Vasiliev e infine consegue la laurea in lettere moderne, con il massimo dei voti, all’Università “La Sapienza” di Roma.
Dirige il Centro mediterraneo delle arti, compagnia teatrale riconosciuta dal Ministero dei beni culturali.
In passato ha prestato la sua immagine per la Campagna Io con i Cinque e tu? Per la liberazione dei Cinque cubani detenuti ingiustamente negli USA.
JONIS BASCIR, ATTORE, COMPOSITORE E MUSICISTA ITALIANO ADERISCE ALLA CAMPAGNA EUROPEA #UnblockCuba PORTATA AVANTI IN ITALIA DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA.
In passato si è batttuto per la libertà dei Cinque cubani detenuti ingiustamenti nelle prigioni degli Stati Uniti.
Attore di teatro, cinema e televisione, diviene noto presso il grande pubblico grazie al ruolo di Jonis, interpretato dalla prima alla quinta stagione di Un medico in famiglia.
Di padre somalo e di madre italiana, tra i 6 e i 10 anni vive in Somalia. Nipote di Haji Bashir Ismail Yusuf, primo presidente della Assemblea Nazionale Somala.
Consegue la laurea in Scienze Umanistiche indirizzo Cinema presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi sul rapporto tra cinema e musica.
Prende una seconda laurea in Composizione Jazz con 110 e Lode presso il Conservatorio di musica “Santa Cecilia” di Roma.
Studia recitazione con Dominique De Fazio, con Michael Margotta presso l’Actor’s Center di Roma, con Riccardo de Torrebruna presso Studio Itaka International Stage Art di Roma, con Marco Carniti (stage sull’Othello).
Studia canto con Edda Dell’Orso, Elizabeth Aubry, il M°Luigi Rumbo, Fabrizia Barresi, il M°Guido Guarnera.
Studia chitarra con Massimo Ruocco presso il Saint Louis College of Music di Roma, con Eddy Palermo e con Stefano Micarelli.
Studia pianoforte con Alessandro Guiss.
Studia danza con Stefano Sellati, Marco Ierva, Wendell Wells.
È stato il presidente della squadra di calcio ItalianAttori e il vicepresidente dell’associazione culturale Under, che promuove i giovani scrittori attraverso il premio letterario Under30.
Ha lavorato in radio come conduttore dei programmi radiofonici Tempi Moderni (2006) e L’agente segreto (2007) per Radio Città Futura.
ASCANIO CELESTINI, ATTORE TEATRALE, REGISTA CINEMATOGRAFICO, SCRITTORE E DRAMMATURGO ITALIANO ADERISCE ALLA CAMPAGNA EUROPEA #UnblockCuba PORTATA AVANTI IN ITALIA DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA.
In passato ha prestato la sua immagine per la campagna internazionale per la libertà dei Cinque cubani detenuti ingiustamente negli USA.
È considerato uno dei rappresentanti più importanti del nuovo teatro di narrazione. I suoi spettacoli, preceduti da un approfondito lavoro di ricerca, hanno la forma di storie narrate in cui l’attore-autore assume il ruolo di filtro con il suo racconto, fra gli spettatori e i protagonisti della messa in scena.
SAM MILLAR, SCRITTORE DI GIALLI E DRAMMATURGO DI BELFAST- IRLANDA DEL NORD, ADERISCE ALLA CAMPAGNA EUROPEA #UnblockCuba PORTATA AVANTI IN ITALIA DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA.
Samuel Ignatius Millar, oggi scrittore e sceneggiatore di successo, un tempo ragazzo combattente tra le fiamme dell’Irlanda del nord. Nato e cresciuto a Belfast, in Lancaster street. Un’infanzia disagiata, alcuni lavori per tirare avanti, come quello in un mattatoio, tra la violenza contro i più deboli, gli animali da macello, e il cattivo odore nauseabondo, da cui Sam rifugge: triste presagio degli scenari futuri. Sebbene di padre protestante, tra gli anni Sessanta e Settanta Sam si schiera con gli oppressi, in questo caso i cattolici irlandesi che, proprio nel crocevia del Sessantotto, riprendevano la battaglia per la liberazione di quella che è stata considerata l’ultima colonia interna al Vecchio continente.
Una lotta che s’inserisce nel flusso dei movimenti di liberazione del Terzo mondo, Vietnam, Palestina, e delle minoranze oppresse, in particolare i neri negli Stati Uniti, con le Pantere nere da esempio, e in Sudafrica. Gli irlandesi sentono anche loro di lottare contro l’apartheid, di essere una nazione oppressa da un’altra nazione. Gli stessi irlandesi cui, a tal proposito, spettano molti primati. Sono stati i primi immigrati economici, e cioè i primi a subire discriminazioni spettanti oggi ad altri popoli in fuga, in Inghilterra e negli Stati Uniti. L’indipendentismo irlandese ha fatto certo da apripista, a partire soprattutto dal 1916, per quelli futuri, venuti in essere a seguito del Secondo dopoguerra. Basti pensare che il termine boicottaggio, guarda caso uno degli strumenti di lotta più noti, prende il nome da un proprietario terriero inglese, Charles Cunningham Boycott, vessatore, che la Lega irlandese dei lavoratori della terra invitò a danneggiare economicamente e moralmente, costringendolo a lasciare l’Irlanda.
Per Sam, come per molti suoi connazionali e coetanei, il battesimo di fuoco, fuor di metafora, avviene la domenica del 30 gennaio 1972, a Derry, quando i militari britannici aprirono il fuoco contro la Marcia pacifica per i diritti umani trucidando tredici manifestanti: è la famigerata Bloody sunday. Da qui il precipitare degli eventi, individuali e collettivi, con l’ingresso di Sam nell’Irish republican army (Ira), per una Repubblica irlandese, indipendente e socialista. Poi l’arresto e l’internamento nel carcere-lager di Long Kesh: otto anni in un posto dimenticato da dio, e dalle gerarchie cattoliche, tra angherie, soprusi e torture d’ogni tipo, con la testardaggine irlandese che però non viene meno alla propria fama e torna ad essere d’esempio dinanzi al mondo. In quel luogo dell’orrore, infatti, si conducono lotte interne, scioperi della fame (come quello che porterà al martirio di Bobby Sands, nel 1981) e la Blanket protest, la protesta delle coperte con cui si avvolgono i prigionieri politici. All’autore, in quei frangenti, è stata d’aiuto la rievocazione dei cari eroi dei fumetti, soprattutto l’incredibile Hulk che, per il suo pigmento, non avrebbe potuto che patteggiare per gli irlandesi. E questo è stato oggetto di dibattito tra i detenuti.
Infine, nel 1983, la fuga, e poi via verso gli Stati Uniti. Così Millar, l’irriducibile irlandese, si trova con il papillon da croupier in un casinò newyorchese in piena epoca reaganiana, ma la normalità non dura molto. A porvi fine una clamorosa rapina ai depositi della multinazionale delle consegne Brinks (bordi, margini, cigli…), portata a termine assieme ad un sacerdote, con l’Fbi che però ha la meglio. Di nuovo, quindi, il carcere sino alla possibilità, concessa da Clinton, di ritornare a Belfast, nel giungo 1996.
Due anni dopo, gli Accordi del venerdì santo, 10 aprile 1998, che hanno avviato un processo di pace per le Sei contee dell’Ulster che, al momento, non ha subito considerevoli inversioni di tendenza, sebbene certi conflitti non si risolvano mai del tutto. Del resto, i muri nella Belfast dove vive oggi Sam sono ancora lì ma, fatto sintomatico, si è sviluppato anche un turismo sui luoghi man mano considerati della memoria, con un approccio sempre più filologico. Sul versante dei social, ineludibile oggi per ogni analisi dei comportamenti culturali, troviamo molti riferimenti alla causa nordirlandese. Tra i tanti va citata la pagina Facebook “The Irish brigade”, dedicata al ricordo dei martiri, alla cultura nazionale e al folklore, non senza una certa dose di ironia e autoironia, le stesse che emergono anche da questo, entusiasmante e coinvolgente, racconto di vita.
È tra i vignettisti di satira politica più noti in Italia. È spesso ospite di trasmissioni televisive.
Vauro è stato allievo di Pino Zac, con il quale nel 1978 ha fondato Il Male. Dal 1986 al 2006 è stato assiduo editorialista e vignettista de il manifesto. Le sue vignette sono state pubblicate sulle più importanti testate italiane ed estere: Satyricon, Linus, Cuore, Il Quaderno del Sale, L’Écho des Savanes, El Jueves e Il Diavolo. È stato direttore del settimanale satirico Boxer, collaboratore del Corriere della Sera e di Smemoranda.
In passato ha prestato la sua immagine per la campagna per la liberazione dei Cinque antiterroristi cubani detenuti ingiustamenti negli USA.
GIANNI MINA’, GIORNALISTA, SCRITTORE E CONDUTTORE TELEVISIVO ITALIANO ADERISCE ALLA CAMPAGNA EUROPEA #UnblockCuba PORTATA AVANTI IN ITALIA DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA.
Ha collaborato con quotidiani e settimanali italiani e stranieri, ha realizzato centinaia di reportage per la Rai, ha ideato e presentato programmi televisivi, girato film documentari su Che Guevara, Muhammad Ali, Fidel Castro, Rigoberta Menchú, Silvia Baraldini, il subcomandante Marcos, Diego Maradona.
Minà è stato editore e direttore della rivista letteraria Latinoamerica e tutti i sud del mondo dal 2000 al 2015 ed è stato direttore della collana di Sperling & Kupfer Continente desaparecido, dedicata a realtà e autori latinoamericani. Ha pubblicato numerosi libri sull’America Latina.
Nel 2003 è stato eletto nell’assemblea della SIAE e ha fatto parte del comitato che ha ideato e realizzato Vivaverdi, la rivista degli autori italiani. Nel 2007 ha ricevuto il Premio Kamera della Berlinale per la carriera, il più prestigioso premio al mondo per documentaristi.
Nato a Torino, incominciò la carriera giornalistica nel 1959 a Tuttosport, di cui fu poi direttore dal 1996 al 1998. Nel 1960 ha esordito alla RAI come collaboratore dei servizi sportivi per le Olimpiadi di Roma. Nel 1965, dopo aver esordito al rotocalco televisivo di genere sportivo Sprint, diretto da Maurizio Barendson, ha cominciato a realizzare reportage e documentari per le rubriche che hanno evoluto il linguaggio giornalistico della televisione, come Tv7, AZ, un fatto come e perché, i Servizi speciali del TG, Dribbling, Odeon. Tutto quanto fa spettacolo, Gulliver.
Ha seguito otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli storici dell’epoca di Muhammad Ali. Ha anche realizzato una Storia del Jazz in quattro puntate, programmi sulla musica popolare centro e sudamericana (come ad esempio “Caccia al bisonte” con Gianni Morandi) e una storia sociologica e tecnica della boxe in 14 puntate, intitolata Facce piene di pugni.
È stato tra i fondatori de L’altra domenica con Maurizio Barendson e Renzo Arbore. Nel 1976, dopo 17 anni di precariato, è stato assunto al Tg2 diretto da Andrea Barbato e ha incominciato a raccontare la grande boxe e l’America dello show-business, ma anche i conflitti sociali delle minoranze. Sono cominciati in quegli anni anche i reportage dall’America Latina che hanno caratterizzato la sua carriera. Nel 1978, mentre seguiva come cronista il campionato mondiale di calcio 1978, venne ammonito e poi espulso dall’Argentina per aver fatto domande sui desaparecidos al capitano di vascello Carlos Alberto Lacoste (capo dell’ente per l’organizzazione del mondiale) durante una conferenza stampa, e aver cercato poi di raccogliere informazioni.
Nel 1981 il Presidente Sandro Pertini gli consegnò il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo dell’anno. Nello stesso periodo, dopo aver collaborato a due cicli di Mixer di Giovanni Minoli, dal 1981 al 1984 ha esordito come autore e conduttore di Blitz, un programma innovativo di Rai 2 che occupava tutta la domenica pomeriggio e nel quale intervennero fra gli altri Federico Fellini, Eduardo De Filippo, Muhammad Ali, Robert De Niro, Jane Fonda, Betty Faria, Gabriel García Márquez, Enzo Ferrari, Léo Ferré e Tito Schipa Jr..
Nel 1987 intervistò una prima volta per 16 ore il presidente cubano Fidel Castro, in un documentario dal quale è stato tratto un libro pubblicato in tutto il mondo. Da quello stesso incontro è stato tratto Fidel racconta il Che, un reportage nel quale il leader cubano per la prima e unica volta racconta l’epopea di Ernesto Guevara. L’intervista fu ripetuta nel 1990, dopo il tramonto del comunismo. I due incontri sono riuniti nel libro Fidel. Il prologo alla prima intervista con Fidel Castro è stato scritto da Gabriel García Márquez; quello alla seconda, dallo scrittore brasiliano Jorge Amado.
Nel 1991 ha realizzato il programma Alta classe, una serie di profili di grandi artisti come Ray Charles, Pino Daniele, Massimo Troisi e Chico Buarque de Hollanda. Nello stesso anno ha presentato La Domenica Sportiva e ideato il programma di approfondimento Zona Cesarini, che seguiva la tradizionale rubrica riservata agli eventi agonistici.
Tra gli altri programmi realizzati: Un mondo nel pallone, Ieri, oggi… domani? con Simona Marchini ed Enrico Vaime e due edizioni di Te voglio bene assaje, lo show ideato da Lucio Dalla e dedicato un anno alle canzoni di Antonello Venditti e l’altro a quelle di Zucchero Fornaciari. Fra i documentari di maggior successo, alcuni di carattere sportivo su Nereo Rocco, Diego Maradona e Michel Platini, Ronaldo, Carlos Monzón, Nino Benvenuti, Edwin Moses, Tommie Smith, Lee Evans, Pietro Mennea e Muhammad Ali, che Minà ha seguito in tutta la sua carriera e al quale ha dedicato un lungometraggio intitolato Cassius Clay, una storia americana.
Nel 1992 incomincia un ciclo di opere rivolte al continente latinoamericano:
Storia di Rigoberta sul Nobel per la pace Rigoberta Menchú (premiato a Vienna in occasione del summit per i diritti umani organizzato dall’ONU),
Immagini dal Chiapas (Marcos e l’insurrezione zapatista) presentato al Festival di Venezia del 1996,
Marcos: aquí estamos (un reportage in due puntate sulla marcia degli indigeni Maya dal Chiapas a Città del Messico con un’intervista esclusiva al Subcomandante realizzata insieme allo scrittore Manuel Vázquez Montalbán) e
Il Che quarant’anni dopo ispirato alla vicenda umana e politica di Ernesto Che Guevara.
Nel 2001 Minà ha realizzato Maradona: non sarò mai un uomo comune un reportage-confessione di 70 minuti con Diego Maradona alla fine dell’anno più sofferto per la vita dell’ex calciatore. Nel 2004 ha realizzato un progetto inseguito per undici anni e basato sui diari giovanili di Ernesto Guevara e del suo amico Alberto Granado quando, nel 1952, attraversarono in motocicletta l’America Latina, partendo dall’Argentina e proseguendo per il sud del Cile, il deserto di Atacama, le miniere di Chuquicamata, l’Amazzonia peruviana, la Colombia e il Venezuela. Dopo aver collaborato alla costruzione del film tratto da questa avventura e intitolato I diari della motocicletta diretto da Walter Salles e prodotto da Robert Redford e Michael Nozik, Minà ha realizzato il lungometraggio In viaggio con Che Guevara, ripercorrendo con l’ottantenne Alberto Granado quell’avventura mitica.
L’opera invitata al Sundance Festival, alla Berlinale e ai Festival di Annecy, di Morelia (Messico), di Valladolid e di Belgrado, ha vinto il Festival di Montréal e in Italia il Nastro d’argento, il premio della critica. Collaboratore per anni di la Repubblica, l’Unità, Corriere della Sera e il manifesto, Minà ha realizzato dal 1996 al 1998 il programma televisivo Storie, dove intervennero tra gli altri il Dalai Lama, Jorge Amado, Luis Sepúlveda, Martin Scorsese, Naomi Campbell, John John Kennedy, Pietro Ingrao e dal quale sono stati tratti due libri. Un suo saggio Continente desaparecido, realizzato con interviste a Gabriel García Márquez, Jorge Amado, Eduardo Galeano, Rigoberta Menchú, mons. Samuel Ruiz García, Frei Betto e Pombo e Urbano, compagni sopravvissuti a Che Guevara in Bolivia ha dato il titolo a una collana di saggi sull’America Latina edita dalla Sperling & Kupfer.
Nel 2003 Minà ha scritto Un mondo migliore è possibile, un saggio sulle idee germogliate al Forum sociale mondiale di Porto Alegre che hanno cambiato l’America Latina e che è stato tradotto in lingua spagnola, portoghese e francese. Nel 2005 è uscito Il continente desaparecido è ricomparso, dove questo nuovo vento politico è interpretato da Eduardo Galeano, Fernando Solanas, Hugo Chávez, presidente del Venezuela, Gilberto Gil, cantautore e ministro della Cultura del Brasile e dagli scrittori Arundati Roy, Tarik Ali, Luis Sepúlveda, Paco Taibo II e dai teologi Leonardo Boff e François Houtart.
Il suo penultimo lavoro editoriale, edito sempre dalla Sperling & Kupfer, si intitola Politicamente scorretto, un giornalista fuori dal coro, è la raccolta di suoi articoli e saggi pubblicati tra il 1990 e il 2007 su la Repubblica, l’Unità, il manifesto, Latinoamerica e costituiscono un autentico esercizio di controinformazione sugli avvenimenti più diversi e controversi del nostro tempo. Nel 2007 Minà per la GME Produzioni S.r.l., Rai Trade e La Gazzetta dello Sport, ha edito Maradona, non sarò mai un uomo comune, la storia del mitico calciatore argentino in 10 DVD. L’opera, con 1.200.000 copie vendute si è rivelata record di vendite negli ultimi dieci anni.
Nel 2008 ha prodotto il film documentario Cuba nell’epoca di Obama, un viaggio nella Cuba del passato con interviste a personaggi storici dell’Isola come Roberto Fernandez Retamar o la ballerina classica Alicia Alonso, e in quella del futuro, con interviste alle nuove generazioni nelle scuole d’avanguardia. Questo documentario ha fatto vincere a Minà il suo secondo Nastro d’argento nel 2012. Sempre nel 2008 è andato in onda su Rai 3 La stagione di Blitz, un programma in 10 puntate, parziale rivisitazione del primo anno del programma di Minà Blitz, della stagione televisiva 1983-85.
Nel 2014, con Rai Eri, distribuito dalla Rizzoli, esce Il mio Alì, un libro-raccolta di articoli scritti da Minà su Muhammad Alì dal 1971 a oggi. Minà ha sempre avuto una attenzione particolare per campioni complessi come Maradona, Pietro Mennea, Tommie Smith, Lee Evans, Roberto Baggio, Alberto Tomba, Marco Pantani.
Nel 2015 Minà ha prodotto Papa Francesco, Cuba e Fidel, un reportage sulla storica visita del Pontefice argentino avvenuta a Cuba nel settembre del 2015 e con il quale ha vinto, nel 2016, l’Award of Excellence all’ICFF di Toronto, Canada. Infine, nel 2016, Minà ha prodotto L’ultima intervista a Fidel Castro, della durata di 40 minuti, effettuata alcuni mesi prima della scomparsa dello storico leader cubano. Dal 2000 al 2015 Minà ha editato e diretto (con Alessandra Riccio) la storica rivista letteraria Latinoamerica e tutti i sud del mondo, un trimestrale di geopolitica dove hanno scritto gli intellettuali più prestigiosi del continente americano.
Nel 2017 è uscito il libro-intervista Così va il mondo, con Giuseppe De Marzo, dove Minà racconta cinquant’anni di giornalismo con un’attenzione particolare ai diritti dei più deboli e a chi si ribella alle ingiustizie: in Italia, negli Stati Uniti, in America latina, ovunque. L’8 giugno 2019 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris gli ha conferito la cittadinanza onoraria napoletana e il 12 luglio successivo gli è stata conferita una laurea honoris causa in documentario presso il Centro Sperimentale di Cinematografia.
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