di Gabriella Mira Marq
Ursula Von der Leyen è stata rieletta con il voto decisivo dei Verdi.
La rielezione arriva nonostante l’atteggiamento guerrafondaio della candidata e nonostante ieri la Corte di Giustizia Europea abbia stabilito che sui vaccini contro la Covid-19 la Commissione a guida Von der Leyen non ha concesso al pubblico un accesso sufficientemente ampio ai contratti di acquisto.
Tale infrazione riguarda in particolare le clausole di detti contratti relative all’indennizzo nonché le dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri della squadra negoziale per l’acquisto dei vaccini.
Nel 2020 e nel 2021 furono stipulati tra la Commissione e alcune imprese farmaceutiche contratti di acquisto di vaccini contro la Covid-19: circa 2,7 miliardi di euro sono stati rapidamente resi disponibili per effettuare un ordine fermo di oltre un miliardo di dosi di vaccino.
Nel 2021 alcuni deputati europei e alcuni privati hanno chiesto, sulla base del regolamento sull’accesso ai documenti 1, l’accesso a tali contratti e altri documenti ad essi relativi per comprenderne i termini e le condizioni e per assicurarsi che l’interesse pubblico fosse tutelato.
Poiché la Commissione ha concesso solo un accesso parziale a tali documenti, che sono stati messi in rete in versioni oscurate, i deputati europei interessati e alcuni privati hanno investito il Tribunale dell’Unione europea di domande di annullamento.
Nelle sue sentenze, il Tribunale accoglie parzialmente entrambi i ricorsi e annulla le decisioni della Commissione nella parte in cui esse contengono irregolarità.
Per quanto riguarda le clausole dei contratti relative all’indennizzo delle imprese farmaceutiche da parte degli Stati membri per eventuali risarcimenti che esse dovrebbero pagare in caso di difetto dei loro vaccini, il Tribunale sottolinea che il produttore è responsabile del danno causato da un difetto del suo prodotto e la sua responsabilità non può essere soppressa o limitata da alcuna clausola.
Per quanto riguarda la tutela della vita privata delle persone invocata dalla Commissione per negare parzialmente l’accesso alle dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri della squadra negoziale per l’acquisto dei vaccini, il Tribunale ritiene che i privati interessati abbiano debitamente dimostrato il fine specifico di servire l’interesse pubblico della divulgazione di dati personali di tali membri.
Infatti, è solo in possesso dei loro cognomi, nomi e del loro ruolo professionale o istituzionale che essi avrebbero potuto verificare che i membri in questione non si trovassero in una situazione di conflitto di interessi. Inoltre, la Commissione non ha preso sufficientemente in considerazione tutte le circostanze pertinenti al fine di soppesare correttamente gli interessi in gioco, connessi all’assenza di conflitto di interessi e a un rischio di pregiudizio alla vita privata degli interessati.
La decisione della Corte riguarda un ricorso di annullamento e mira solo a far annullare atti delle istituzioni dell’Unione contrari al diritto dell’Unione. Pertanto, anche se da essa si evince un comportamento scorretto e lesivo dei diritti dei cittadini europei alla conoscenza dei fatti, non ne derivano effetti punitivi per gli autori di tali violazioni.
Pertanto ci si può aspettare che in futuro Von der Leyen e la commissione da lei guidata reiterino i comportamenti omissivi e ostativi della pubblica informazione, ove la revoca delle disposizioni adottate non comporti per loro alcun problema.
18 luglio 2024